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Cashback e record di download per l’app sbagliata: perché?

Cashback e record di download per l’app sbagliata: perché?

Moltissimi utenti hanno scaricato un’applicazione errata per il cashback di stato, che non fa nulla, pagandola. Una vera e propria truffa. Ne avrete

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Moltissimi utenti hanno scaricato un’applicazione errata per il cashback di stato, che non fa nulla, pagandola. Una vera e propria truffa.

Ne avrete sentito parlare, sicuramente. A inizio dicembre alcune applicazioni dal titolo “Cashback di Stato Italia App” e simili hanno ricevuto moltissimi download. Si è trattato di una vera e propria truffa. Gli sviluppatori di queste app hanno approfittato della tendenza del momento, il cashback di stato, creando applicazioni fasulle e spacciandole per quella originale. Tutti gli utenti che le hanno acquistate (sì, erano a pagamento) sono stati truffati e se ne sono accorti ben presto. Queste, infatti, non mostrano le transazioni valide e calcolano il 10% di un qualsiasi importo inserito dall’utente. Come una banale calcolatrice, insomma.

Oggi sappiamo tutti che il servizio di cashback è attivabile solo ed esclusivamente dall’app ufficiale della pubblica amministrazione, IO. Ma come mai tanti utenti sono stati tratti in inganno?

Una delle motivazioni principali potrebbe ruotare intorno all’informazione. In molti prima di fare un acquisto, anche importante, non si informano sulle alternative, i prezzi, dove convenga acquistare, in che momento. Ci si lancia all’attacco (l’acquisto), senza difese (conoscenze minime) e si è più vulnerabili alle truffe. Così è anche per le notizie. Si sente una notizia e la si prende per buona, senza verificarla, senza approfondirla. Chi ha scaricato quell’app sicuramente avrà sentito parlare del cashback sui social, in TV o su internet, ma non ha mai prestato la giusta attenzione al meccanismo davvero semplice che lo regola. Ne bastava davvero poca.

Un’altra motivazione potrebbe essere il brusco passaggio alla digitalizzazione che non tutti hanno ben assorbito. Questa iniziativa mira, insieme ad altre, a snellire il costo della burocrazia e aumentarne l’efficienza appoggiandosi sul progresso tecnologico. Ma nel Paese dei moduli e delle raccomandate non tutti sono pronti al cambio di passo senza un’adeguata campagna di formazione. Una parte del Paese fino a un mese fa non aveva idea di cosa fosse il cashback.

Siamo storicamente un Paese di “carta e penna”, c’è bisogno di tempo (e attenzione).

#FacceCaso

Di Luca Matteo Rodinò

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