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DAD e DSA: la scuola 2.0 a misura di tutti, ma proprio tutti eh

DAD e DSA: la scuola 2.0 a misura di tutti, ma proprio tutti eh

Il cambiamento non è mai semplice, è per questo che l’Associazione Italiana Dislessia ha offerto il suo aiuto a scuole e docenti per una DAD a misura

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Il cambiamento non è mai semplice, è per questo che l’Associazione Italiana Dislessia ha offerto il suo aiuto a scuole e docenti per una DAD a misura di tutti.

Il 2020 per gli studenti di tutto il mondo è stato un anno complesso dove la pandemia ha rivoluzionato l’architettura tradizionale della didattica in classe dando vita alla didattica a distanza. Nonostante la confusione iniziale, la DAD è entrata presto a far parte della routine e i ragazzi in poco tempo si sono dimostrati all’altezza della sfida che stavano affrontando. Tuttavia, implementare la DAD per molti insegnanti è significato spostare le lezioni dinanzi ad uno schermo. Eppure, questo non basta per tutti.

In primis, è importante capire che le lezioni via webcam e in presenza non sono paragonabili in termini comunicativi. Non solo parlare è più difficile, ma lo è anche sentire e dunque capirsi.

Gli studi sociologici di comunicazione ci insegnano che non sono importanti solo le parole che diciamo ma anche l’intonazione delle voce, la mimica e soprattutto le pause. Tutte queste componenti del linguaggio però vengono appiattite o distorte dalle videoconferenze che quindi non possono essere paragonate alla comunicazione face-to-face.

È per questi motivi che la DAD non dovrebbe mai limitarsi ad essere una mera copia delle lezioni tradizionali, ma dovrebbe essere implementata in un’ottica di innovazione e scoperta sinergica di una scuola 2.0.
Ma è proprio perché non tutti gli insegnanti sono riusciti a rinnovarsi a 360 gradi che molti alunni, in particolare gli studenti DSA (disturbi specifici apprendimento) – dicitura che comprende dislessia, disgrafia e discalculia – si sono visti catapultati in questo nuovo mondo privati dei giusti mezzi di studio.

È vero che questi ragazzi hanno sempre avuto un rapporto intenso con gli strumenti tecnologici, è allo stesso tempo vero però che i materiali compensativi rimangono di fondamentale importanza anche con la DAD. Non è un atto di gentilezza, è bene ricordarlo, ma un diritto del singolo studente ricevere un percorso di apprendimento “tagliato a misura”.

Fortunatamente, è corsa in soccorso l’AID (Associazione Italiana Dislessia), mettendo in piedi in pochi giorni una task force di supporto a professori e scuole richiedenti. L’associazione, confermandosi un caposaldo per le tante famiglie che ci si affidano, rientra anche nell’elenco del MIUR per l’apprendimento a distanza inclusivo e ogni giorno tramite il suo sito ufficiale cerca di aiutare gli insegnanti nella scoperta di questo nuovo modus operandi.

Probabilmente la pandemia ha solo scoperchiato il vaso di pandora, rivelando una scuola che non è sempre all’altezza delle promesse che fa e che deve ancora impegnarsi per un futuro dove nulla e nessuno venga dato per scontato.

#FacceCaso

Di Martina Borrello

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