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DAD, il problema non è (solo) il Wi-Fi

DAD, il problema non è (solo) il Wi-Fi

Le implicazioni della DAD non sono solamente di carattere tecnologico e attraverso questi numeri, proveremo a spiegarvi il perché. Sono trascorse app

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Le implicazioni della DAD non sono solamente di carattere tecnologico e attraverso questi numeri, proveremo a spiegarvi il perché.

Sono trascorse appena 2/3 settimane dall’inizio del secondo, lento e graduale rientro in classe degli studenti italiani. Eppure molti di loro sono già nuovamente a casa, costretti a studiare davanti ad un PC da un’ondata di contagi che, nonostante il vaccino, non accenna a placarsi. Almeno per ora.

Su questa assurda situazione è intervenuto di recente addirittura Papa Francesco, il quale ha definito la DAD una “catastrofe educativa”. E a confermare indirettamente le sue parole è arrivata anche una ricerca realizzata dall’Unicef, in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore (Milano).

Nello studio in questione, condotto su un campione di oltre 1000 nuclei familiari e ripreso anche da www.larepubblica.it in un articolo del 8 febbraio, viene sottolineato come, durante il lockdown, una famiglia su tre non sia stata capace di sostenere nella maniera giusta l’apprendimento a distanza dei propri figli. E non si intende soltanto un sostegno tecnico, ma anche e soprattutto “morale”.

Il 30% dei genitori intervistati ha infatti dichiarato di non aver avuto tempo per aiutare i ragazzi e le ragazze ad abituarsi alla DAD. Un dato che assume delle parvenze paradossali se consideriamo che in quel periodo tanti di loro (se non praticamente quasi tutti) erano costretti a rimanere a casa.

Forse è anche per questo che molti studenti hanno il timore di sprofondare di nuovo in quell’incubo. Un ennesimo ritorno alla didattica a distanza potrebbe infatti essere traumatico per i ragazzi, specie se nessuno li aiuterà ad “ammortizzare” l’ulteriore cambio di programma.

Non tutti vedono nella DAD il demonio però. Difatti, sempre stando alla ricerca dell’Unicef, diversi studenti si sono detti complessivamente soddisfatti della didattica a distanza. E anche la stragrande maggioranza dei genitori ha difeso l’apprendimento da casa, ammettendo che quest’ultimo ha aiutato i loro figli a migliorare sotto diversi aspetti, come ad esempio quello dell’organizzazione.

Insomma, ad oggi i pareri sulla DAD continuano ad essere estremamente discordanti. Su una cosa, però, non ci sono dubbi: le controindicazioni di questa innovativa forma di didattica non sono solo di carattere tecnologico. Dal punto di vista psicologico, le lezioni a distanza possono essere provanti e i genitori in questo senso sono fondamentali, come un compagno di banco durante una verifica.

#FacceCaso

Di Gabriele Scaglione

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