Nell'ultimo anno è aumentato notevolmente il numero di studenti che hanno fatto richiesta per passare un anno di scuola all'estero nonostante il Covid
Nell’ultimo anno è aumentato notevolmente il numero di studenti che hanno fatto richiesta per passare un anno di scuola all’estero nonostante il Covid-19.
In questi (quasi) dodici mesi di pandemia, c’è una cosa che il Covid-19 non è riuscito ad imprigionare tra le quattro mura domestiche: la voglia degli adolescenti di scoprire il mondo. Lo testimoniano i dati sulle richieste degli studenti per trascorrere il quarto anno delle superiori all’estero. Tutti gli operatori del settore segnalano un netto aumento delle iscrizioni a simili programmi di scambio culturale. I problemi legati al coronavirus sembrano aver incentivato, invece che frenato i giovani ad affacciarsi a questo tipo di esperienze.
Sarà per sfuggire ai disagi della DAD. O per recuperare il viaggio che non si è potuto fare in estate (e pazienza se questa volta non è per vacanza). Magari c’è solo un gran desiderio di evadere dalla forzata monotonia casalinga. Fatto sta che per i programmi 2021-22 l’associazione Intercultura, una delle tante che organizzano tali attività, ha ricevuto circa 4000 iscrizioni.
Negli ultimi mesi già 500 sono volati in giro, verso destinazioni che abbracciano quasi tutti i continenti. Per permettere loro di viaggiare e studiare in sicurezza sono state stabilite diverse misure di sicurezza, che, in qualche caso, hanno rallentato le procedure per la partenza. Ma la fiducia è tanta, fanno sapere dalle agenize. L’italiana YouAbroad, che ha sede a Torino, ha registrato un incremento di più del 200% per le partenze invernali.
Tra le mete più gettonate ci sono i principali paesi di lingua inglese. Stati Uniti in testa, seguiti da Regno Unito e Irlanda. Quest’ultima rimasta l’unica a poter godere anche della libera circolazione garantita dall’Unione Europea. La EF, agenzia specializzata proprio negli scambi con i paesi angolsassoni, fa sapere che nonostante le difficoltà create dalla Brexit e dal preoccupante dilagare dei contagi negli USA, le richieste per andare a studiare lì sono comunque lievitate. Complici anche le chiusure tutt’ora in essere di Australia e Nuova Zelanda, c’è anche il Canada in grande aumento.
Ma gli stessi operator ci tengono ad avvisare i ragazzi. Se in troppi vengono a trovarsi negli stessi luoghi il rischio di ricreare una piccola comunità, che limiti il contatto con la cultura ospitante aumenta.
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