Gli editori dovranno essere pagati per le notizie condivise sulle piattaforme social. Facebook blocca i contenuti in Australia, Zuckerberg non ci sta.
Gli editori dovranno essere pagati per le notizie condivise sulle piattaforme social. Facebook blocca i contenuti in Australia, Zuckerberg non ci sta.
Il governo australiano sta lavorando ad una proposta di legge per regolamentare la condivisione di notizie sui social media. Zuckerberg non ci sta e Facebook blocca i contenuti in Australia. Una decisione estrema e senza precedenti.
La legge prevede, se verrà approvata, che i colossi big tech come Google e Facebook paghino gli editori ogni qual volta venga condiviso un loro contenuto sulle piattaforme social. Il provvedimento vuole andare incontro ai media, ormai sempre più dipendenti dai social network. Le aziende dovrebbero dunque stringere degli accordi con gli editori, pagandoli per poter continuare a distribuire i relativi contenuti sulle piattaforme. Nel caso in cui non venga raggiunto un accordo, ad un arbitro verrà affidata la decisione del prezzo.
Mentre Google ha iniziato a dialogare con gli editori, Facebook blocca i contenuti in Australia. Secondo l’azienda, infatti, “la proposta di legge australiana fraintende la relazione tra la piattaforma e gli editori che la utilizzano per condividere contenuti di notizie […] lo scambio di valore tra Facebook e gli editori va a favore di quest’ultimi”. I dati indicano che solo nel 2020 Facebook ha generato 5,1 miliardi di reindirizzamenti gratuiti verso i siti degli editori australiani, per un valore di 407 milioni di dollari australiani.
L’azienda sta sviluppando il servizio Facebook News dedicato alle notizie e all’informazione e comunica che, a seguito di questo provvedimento, investirà prioritariamente in altri paesi.
La reazione di Google è stata più morbida. Big G ha infatti firmato un accordo con l’editore internazionale News Corp: ne pagherà i contenuti giornalistici, proprio a partire dai media australiani. Si tratta di un accordo globale che verrà esteso a tutti i media del gruppo editoriale, come il Sun, il Wall Street Journal e il New York Post.
Ennesima polemica per Facebook, dunque, dopo la questione della privacy su WhatsApp.
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