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La teoria del Nudging: un metodo per condizionare le scelte senza che si sappia

La teoria del Nudging: un metodo per condizionare le scelte senza che si sappia

Se si pensa di essere incondizionabili, forse saremo in grado di farvi cambiare idea presentandovi la teoria del Nudging! Molto spesso si pensa d'ess

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Se si pensa di essere incondizionabili, forse saremo in grado di farvi cambiare idea presentandovi la teoria del Nudging!

Molto spesso si pensa d’esser incondizionabili, di riuscire a non farsi influenzare proseguendo per la propria strada a testa alta, eppure non è proprio così… Si chiama Nudging, ed è una teoria che si basa sul condizionare la scelta altrui attraverso delle “piccole spinte” (difatti, dall’inglese nudge significa pungolo).

Questa proviene dalla psicologia/economia del comportamento, e si concentra sull’assunto che una persona, attraverso degli stimoli positivi o che deviano l’attenzione, possa mettere in atto delle azioni ben precise.

In parole povere: viene chiamata teoria della semplicità poiché si basa su un incoraggiamento dolce ed implicito al compiere un’azione, condizionando il soggetto durante il processo di decision-making (lett. Presa di decisione).

Solitamente viene utilizzata in tanti ambiti, a partire dalla pubblicità, al marketing, dall’ecosostenibilità alla politica, sino ad entrare anche nell’economia…

Come riportato su Focus, i primi esperimenti sono stati condotti sugli studenti, i quali sembrano essere quelli più funzionali al condizionamento inconscio: un esempio è l’esperimento condotto all’Università di Cambridge in cui l’obiettivo era voler diminuire il consumo di carne da parte degli studenti, così, nelle mense dell’università, hanno aumentato i piatti vegetariani e ridotto gli altri.

Risultato? La diminuzione del consumo della carne è aumentata con successo, e si è persino protratta anche a posteriori.

Dunque, piuttosto che vietare un comportamento, si cerca di deviarne l’attenzione; un altro esempio è la disposizione dei prodotti al supermercato, quelli più pubblicizzati si trovano ad altezza media, gli snacks colorati si trovano in basso, in modo da poter attirare i bambini, ed alla cassa degli spuntini meramente di gola.

Un ultimo esperimento, che risulta essere il più emblematico, risale al 2014, quando, in un locale tedesco, sugli orinatoi sono stati attaccati degli adesivi che riproducevano la forma di una mosca.

Così facendo, quando ci si apprestava ad urinare, l’attenzione del soggetto veniva catturata da questa fantomatica mosca e questi, inspiegabilmente, cercava di indirizzare il getto verso di essa, diminuendo così sia schizzi per terra, si a di sporcare ulteriormente.

Anche se non sembra, veniamo continuamente condizionati da queste piccole cose al fine di andare verso una certa destinazione, e no, non è complottismo, semplicemente la nostra reazione agli stimoli viene continuamente studiata, in modo tale da generare delle tecniche comportamentali funzionali a vari scopi.

#FacceCaso

Di Alessia Sarrica

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