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1 solo pianeta ed 8 miliardi di persone: forse siamo troppi?

1 solo pianeta ed 8 miliardi di persone: forse siamo troppi?

Lo scorso 15 novembre abbiamo raggiunto una pietra miliare nella storia della Terra. Secondo una stima ufficiale delle Nazioni Unite ci sono ora ben o

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Lo scorso 15 novembre abbiamo raggiunto una pietra miliare nella storia della Terra. Secondo una stima ufficiale delle Nazioni Unite ci sono ora ben otto miliardi di persone, ma come siamo arrivati a questa cifra a nove zeri e soprattutto, quali saranno le conseguenze?

Ebbene sì, proprio nel bel mezzo del COP27 (27esima edizione della Conferenza delle Parti), che si è tenuta in questi giorni a Sharm el-Sheikh, la popolazione mondiale ha dato il benvenuto al suo ottomiliardesimo abitante. Un grande successo per l’umanità, che ha avuto una crescita senza precedenti: nel 1960 si contavano ancora solamente 2,5 miliardi di persone, per poi arrivare a 7 miliardi nel 2010 ed in soli 12 anni raggiungere gli 8.

Questo è il risultato di un graduale aumento della durata della vita, grazie ai progressi fatti nella scienza, nell’igiene, nell’alimentazione e nella medicina. Nonostante ciò, secondo gli studi, siamo in un momento di rallentamento demografico. Infatti nel 2022 vi è stato il ritmo di crescita di popolazione più lento dal 1950 e secondo le previsioni ci vorranno circa 15 anni per i 9 miliardi.

Ma non vi è molto da festeggiare.

Come sottolinea un’analisi della Coldiretti 1 persona su 10, ovvero 828 milioni, soffre la fame; si stima inoltre che 45 milioni di bambini al di sotto dei 5 anni soffrano di deperimento.
Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres ha condiviso in un comunicato che “una manciata di miliardari” controlla una ricchezza pari a quella della metà più povera del mondo. Pensate che solo l’1% della popolazione ha nelle proprie mani circa un quinto di tutto il reddito mondiale.

Disuguaglianze

Inevitabilmente l’aumento demografico, porta con sé anche un aumento nella disuguaglianza e nel divario sociale ed economico tra i Paese più ricchi e quelli più poveri. Sono proprio questi ultimi con il reddito pro capite più basso ad avere i livelli di fertilità più alti, come per esempio la Repubblica Democratica del Congo, l’Egitto, le Filippine ed il Pakistan.
La disponibilità economica si riflette direttamente sull’aspettativa di vita delle persone, con una differenza di 30 anni tra i Paesi più ricchi rispetto a quelli più poveri. E non solo. Più vi è ricchezza e più vi è consumo, di carne per esempio, di emissioni, di acqua e di energia.
“Se non colmiamo l’abisso tra chi ha e chi non ha, ci troveremo davanti un mondo forte di 8 miliardi di persone dominato da tensioni, sfiducia, crisi e conflitti” ha continuato Guterres. Durante il G20 ha anche lanciato un appello ai Paesi partecipanti: “La Terra sta affrontando il momento più cruciale e precario da generazioni. L’azione, o l’inazione, del G20 determinerà se ogni membro della nostra famiglia umana potrà vivere in modo sostenibile e pacifico, su un Pianeta sano”.
Giovany, quest’ottomiliardesimo neonato, si aggiunge alla crisi climatica, alle guerre, alle disparità sociali e al post-pandemia… ma non molliamo.
Anzi stringiamoci la mano l’un l’altro e cerchiamo di cambiare le cose.

#FacceCaso

Di Alice Fuschiotto

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