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NOstra scende in campo per il referendum sul taglio dei parlamentari

NOstra scende in campo per il referendum sul taglio dei parlamentari

Per il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari, scende in campo"NOstra": associazione di giovani a sostegno del "no" alla riforma. Se n

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Per il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari, scende in campo”NOstra”: associazione di giovani a sostegno del “no” alla riforma.

Se ne sta parlando poco. Coronavirus, tensioni nella maggioranza di governo e polemiche sanremesi hanno spostato l’attenzione su altri argomenti nell’ultimo mese. Eppure la data fatidica è sempre più vicina. Anche se molti probabilmente lo ignorano, il prossimo 29 marzo si terrà un referendum costituzionale per confermare o respingere la riforma sul taglio dei parlamentari. Ad oggi di una vera e propria campagna a sostegno o contraria non si hanno notizie. Ma ci sono movimenti e associazioni spontanee nati autonomamente già attivi soprattutto sul web. Tra di essi “NOstra”, composto da giovanissimi che non vedono affatto di buon occhio questa modifica della Costituzione.

Dario Barberini, Jacopo Ricci, Giuseppe De Ruvo, ragazzi poco più che ventenni, sono gli animatori e ispiratori dell’iniziativa. Hanno iniziato la loro attività con un gruppo Facebook già dal 21 dicembre scorso, quando fu votata e approvata l’ultima delle quattro letture al Parlamento per il passaggio della riforma.

Alla pagina social hanno aderito presto oltre 5000 persone. Poi, quando si sono costituiti in un vero e proprio comitato, hanno attirato altri 700 seguaci al loro seguito e istituito 22 sedi in tutto il paese. Tutti sono convintamente uniti nel sostenere a gran voce la contrarietà ad un “gioco anti casta“, che reputano puramente ideologico e privo di fondamento.

Il Parlamento italiano: com’è e come cambierebbe

Il Parlamento italiano ad oggi prevede un totale di 945 rappresentanti eletti direttamente dal popolo. 630 deputati e 315 senatori. Con l’uscita del Regno Unito dall’UE, quello nostrano è diventato il parlamento più corposo dell’Unione. Più numeroso persino del Parlamento Europeo stesso. Ed è il terzo al mondo, dietro a Cina (che non è un paese democratico) e, appunto, UK, che conta 1432 parlamentari, di cui però solo 650 elettivi (i 782 membri della Camera dei Lord non sono scelti dagli elettori). Con una popolazione di poco inferiore ai 60 milioni di abitanti, il rapporto tra eletti ed elettori in Italia è di circa 1 a 62 mila.

Con la riforma, approvata dal parlamento e in attesa di conferma referendaria, il numero totale degli eletti nel nostro paese scenderebbe a 600. 400 deputati e 200 senatori, con un taglio di circa un terzo, che diventerebbe effettivo a partire dalla prossima legislatura. Scivolerebbe così al 4° posto nell’Unione Europea, dietro a Francia (925 membri, ma solo 557 eletti), Germania (778 membri, di cui 709 eletti) e Spagna (616 membri)

Il rapporto di rappresentanza, in conseguenza a una simile riforma, salirebbe parecchio. Si passerebbe a quasi 1 eletto per ogni 99 mila elettori. Di poco inferiore alla Germania (1 ogni 105 mila).

La contrarietà di “NOstra” e le iniziative

La voce contraria che si leva da “NOstra” si basa sull’eccessiva banalizzazione, a loro dire, del concetto di rappresentanza. Lo svilimento del ruolo del parlamento solo sulla base di un numero è per loro inaccettabile. “Se ci sono leggi fatte male da 100 parlamentari, queste non diventano buone se fatte da 60” dicono.

E anche sul discorso del risparmio, conti alla mano, fanno notare che si parla dell’equivalente di “circa un caffè all’anno”.  La sforbiciata infatti dovrebbe far risparmiare più o meno 57 milioni di euro all’anno. Lo 0,007% della spesa pubblica nazionale.

Il prossimo 29 febbraio questi ragazzi esporranno le loro idee in una conferenza stampa per presentare il loro movimento e la manifestazione per il no al referendum. L’evento si terrà presso la Casa Internazionale delle donne di Roma. A loro è arrivato l’appoggio politico dei Radicali e di +Europa. Riccardo Magi, deputato di quest’ultimo gruppo, sostiene che difronte ad una iniziale ondata travolgente del fronte del sì, ora le sorti potrebbero anche cambiare.

E importante ricordare, in ogni caso, che trattandosi di un referendum confermativo non è previsto un quorum per la validità della consultazione. La maggioranza dei voti validi, a prescindere da quanti saranno, deciderà le sorti del Parlamento italiano.

#FacceCaso

Di Tommaso Fefè

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