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E intanto in Malaysia fanno seminari universitari per difendersi dai cristiani

E intanto in Malaysia fanno seminari universitari per difendersi dai cristiani

Accade alla "Universiti Teknologi Mara", dove insegnano vere e proprie tecniche di difesa. L'accusa verso i cristiani è quella di "voler convertire".

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Accade alla “Universiti Teknologi Mara”, dove insegnano vere e proprie tecniche di difesa. L’accusa verso i cristiani è quella di “voler convertire”.

Forse stiamo esagerando. Un po’ tutti. Da video contro l’Islam e contro i musulmani ai corsi universitari contro il Cristianesimo. Sì, li fanno veramente.
Alla “Universiti Teknologi Mara” di Kuala Lampir, Malaysia, hanno organizzato un seminario per spiegare come difendersi dai cristiani e dalla loro presunta “volontà di convertire”. Sono diverse le contraddizioni, perché il Paese è fortemente multietnico: in esso, infatti, il 40% della popolazione professa fedi differenti, come induismo, buddismo e, appunto, cristianesimo. La religione di stato resta l’Islam, ma le diverse culture sono solidamente radicate nel tessuto sociale, nonostante chi voglia convertirsi necessità di un particolare permesso emesso dal tribunale della Sharia. Tra l’altro, l’Islam è obbligatorio per i cittadini di etnia malese, quindi possiamo parlare decisamente di una libertà molto limitata.
A lanciare la notizia è stato il passaparola nato sui social network. Poi, è stata la ‘Federazione dei Cristiani della Malaysia’ ad aver parlato di “un tentativo di diffondere propaganda e violenza settaria”. A spaventare, sono i numeri diffusi dal quotidiano ‘Malaysian Insider’: quasi 200 ragazzi malesi hanno sposato la causa dell’Isis in Siria mentre in totale sono già 50mila i cittadini affiliati al Califfato. Queste cifre hanno rapidamente allarmato il governo di Kuala Lampur, spingendolo a varare una legge antiterrorismo ex novo e a redigere e diffondere un cosiddetto “Libro bianco sul terrorismo”.
Forse stiamo esagerando. Un po’ tutti. Un po’ troppo.

Di _Riccardo Zianna_

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