Nella giornata di sciopero nazionale dei tassisti, contro le nuove misure di un decreto legge che favorirebbero la società privata e gli Ncc, Uber non
Nella giornata di sciopero nazionale dei tassisti, contro le nuove misure di un decreto legge che favorirebbero la società privata e gli Ncc, Uber non appare certo come un valido mezzo alternativo…
Se c’è una cosa davvero social, per quanto riguarda la mobilità cittadina, è l’app americana Uber, che spopolando dagli Stati Uniti ha conquistato enormi fette di mercato nel mondo, nonostante le forti resistenze che ancora oggi ci sono in molti paesi ( come il nostro ) da parte delle categorie del settore. Infatti l’offerta standard, da noi ferma ai soli titolari di Ncc, permette a chiunque sia proprietario di un auto cinque porte di fare da autista, al prezzo che si vuole, dando una piccola quota a Uber stesso.
In Italia la difesa da parte dei tassisti, che si sono sentiti molto minacciati, ha funzionato finora, ma oggi si è comunque verificato uno sciopero, causa novità politiche, che sembrerebbero a favore dell’app nera. Quindi un’assenza in massa delle vetture bianche sulle nostre strade, con gli autisti a protestare sotto le sedi governative delle varie città, come muoversi quindi senza prendere i mezzi, e soprattutto andare alla stazione? Rivolgendosi a Uber, appunto, che in Italia ha come autisti veri Ncc, non essendo sottoscrivibile da tutti, ma c’era un piccolo problema: approfittandosi della situazione i prezzi delle corse sono lievitati a dismisura!
Senza nessun controllo che stabilizzasse i prezzi, prenotare un trasporto, ad esempio dal centro di Roma all’aeroporto di Fiumicino ( Cfr. il Tweet ) è arrivato a costare la bellezza di 138 euro, quando le tariffe comunali dei taxi ne fanno corrispondere circa 48 euro, cosiddetto prezzo fisso. A Milano, altra grande città per i trasporti, stessa cosa se non peggio, con picchi di 463 per raggiungere Malpensa, tariffa dei taxi 95 euro.
Questo aumento paradossalmente è previsto dall’app, con la tariffa chiamata “dinamica”, ossia crescita del prezzo in modo percentuale alla richiesta; rimane quindi un meccanismo internazionale, ma certo Uber non si fa come alleati i clienti, soprattutto in una fase così delicata della propria permanenza italiana.
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