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FacceSapè: ecco la nostra intervista per il nuovo album di Henry Beckett

FacceSapè: ecco la nostra intervista per il nuovo album di Henry Beckett

Nuovo appuntamento con le nostre interviste musicali: oggi è Henry Beckett a passare sotto le grinfie della nostra redazione per parlare del nuovo alb

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Nuovo appuntamento con le nostre interviste musicali: oggi è Henry Beckett a passare sotto le grinfie della nostra redazione per parlare del nuovo album.

È uscito venerdì 17 marzo 2023 su tutte le piattaforme digitali “Riding Monsters”, il nuovo album di Henry Beckett, di ritorno dopo la pubblicazione del primo EP “Heights” nel 2017.
Nove tracce che solcano le onde del suo universo introspettivo e profondo. I testi dei brani hanno una forte ispirazione autobiografica e delineano un chiaro ritratto della personalità del cantautore “milanese ma di anima americana”. Henry è alla ricerca del suo posto nel mondo ed è in lotta costante con le difficoltà che fanno da freno al raggiungimento dei suoi obiettivi. Nonostante questo, in brani come “Riding Monsters”, “Some People Get Lost” o “Blackbird” ciò che viene messo più in luce non è la frustrazione dovuta ai numerosi ostacoli, ma la voglia di conoscersi anche attraverso tali difficoltà in modo da familiarizzare con esse per trasformarle in qualcosa di positivo per sé. Vince dunque la forza e la voglia di rialzarsi sempre, combattendo il più possibile contro la rassegnazione e il senso di impotenza che spesso ci portano a rimanere seduti ad aspettare che sia il caso a spostare i nostri binari sul tracciato giusto. È proprio questo il pensiero che viene rappresentato nella foto di copertina, in cui primeggia, appunto, il bisogno di reagire prendendo il controllo degli eventi.

Come sempre siamo partiti dal suo percorso scolastico, ecco com’è andata.

Questo è un sito dedicato agli studenti, quindi non possiamo che iniziare col chiederti qualcosa sul tuo percorso scolastico. Com’è andata?
Non so in quale esatto momento della mia vita si sia generato nella mia mente un buco nero che ha assorbito il 90% dei ricordi degli anni del liceo. Se ci ripenso mi sembra quasi di scorrere i ricordi di un’altra persona. Però se potessi tornare indietro per riviverli probabilmente rifiuterei. Ho memoria di tanto (troppo?) studio che sicuramente mi ha fornito degli strumenti oggi veramente utili, memoria e organizzazione in primis, ma al prezzo di un’immensa fatica. Poi c’è stata l’università di psicologia per cui ho investito ogni mia energia. Ed è ironico che dopo cinque anni di impegno costante, una laurea magistrale, un anno di tirocinio e un esame di stato, io abbia deciso di congelare tutto per buttarmi a capofitto in un oceano di difficile navigazione dove i miei mezzi di orientamento sono solo la recitazione e, ovviamente, la musica. Allo stesso tempo non cambierei il mio passato di studi, perché ogni cosa nutre le altre ed è grazie esso che sono arrivato qui.

E sul tuo rapporto con lo studio della musica cosa puoi raccontarci? Credi si possa fare musica anche senza studiarla?
In parte sì e credo sia una delle cose più affascinanti della musica, ma anche di molti altri tipi di arte. A volte una melodia efficace può nascere di istinto anche a chi si dedica ad uno strumento o al canto per diletto, e potenzialmente dalla prima può nascere qualcosa di memorabile. Tuttavia, non basta, perché bisogna continuare a sostenere e alimentare la macchina magica che fa nascere le belle canzoni. E ciò che è imprescindibile è l’ascolto più vasto possibile di musica, il continuare ad allenarsi sullo strumento – nel mio caso voce e chitarra – il suonare con altri musicisti, il fare palestra facendo più live possibili e molto altro. Non ho nominato lo studio della teoria musicale perché è effettivamente una mia mancanza a cui vorrei prima o poi sopperire. A me aiuta tanto lavorare con musicisti più preparati da questo punto di vista perché cerco di assorbire da loro quanto più posso.

Come hai lavorato con Max Elli e come avete saputo influenzarvi a vicenda? Come mai la tua scelta è ricaduta proprio su di lui?
Io e Max Elli ci siamo incontrati grazie ad una conoscenza in comune a cui avevo chiesto consiglio per la produzione del mio disco. Dopodiché abbiamo iniziato a sperimentare quasi da subito e la sua professionalità e conoscenza mi hanno convinto senza riserve. Lavorare con Max è stato un onore ed un’esperienza veramente arricchente… oltre che incredibilmente facile! Le canzoni c’erano già e sugli arrangiamenti da lui proposti ci siamo trovati quasi sempre immediatamente in linea. Non è un caso: il background musicale di Max è in parte simile al mio. Per esempio, lui è un grande estimatore di John Mayer e in alcune mie canzoni si può ritrovare qualche vibrazione appartenente a quello stile. Inoltre, le sue esperienze da musicista e produttore lo avevo già portato a lavorare in America su progetti a me paragonabili, come la musica di Jack Jaselli. E il mio cuore da cantautore appartiene del tutto a quel continente. È stato un viaggio in discesa che rifarei cento volte.

Su cosa preferiresti investire, tra produzione e promozione, per caso del tuo progetto musicale? Qual è l’equilibrio perfetto?
Ogni aspetto di un progetto musicale va curato e richiede un certo tipo di investimento. Quindi la decisione su cosa sia meglio investire dipende soprattutto dal momento in cui ci si trova. Ora per me è fondamentale promuovere il disco, sia attraverso i social, sia suonandolo live. Il mio più grande desiderio sarebbe riuscire a investire su un vero tour estero dove, si sa, il mio tipo di musica è più familiare e ascoltato.
Per quanto riguarda l’equilibrio perfetto, non credo di avere una risposta oggettivamente corretta. Io procedo un po’ a step tra di loro concatenati. Prima di tutto investo tempo sulle canzoni: le scrivo, le suono, le seleziono. Una volta trovate, mi spingo in uno studio per produrle e registrarle. A quel punto cerco di farle ascoltare a più persone possibili, suonandole, pubblicandole, promuovendole. La speranza è che il ritorno da parte del pubblico giustifichi il proseguo per riniziare il ciclo con nuove storie, più esperienza e sempre più energia.

Programmi per quest’estate? Ti sentiremo dal vivo?
Sto sondando il terreno e la situazione live proprio per riuscire a regalare un viaggio a questo disco, presentando anche idee per il futuro, come nuove canzoni che non vedo già l’ora di produrre.
Quindi ho voglia di rispondervi di sì, mi sentirete.

#FacceCaso

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