Una ricerca condotta da Italiani ha fatto emergere ben 20mila account che sponsorizzano merce falsa. E spesso si cela la criminalità organizzata. Parl
Una ricerca condotta da Italiani ha fatto emergere ben 20mila account che sponsorizzano merce falsa. E spesso si cela la criminalità organizzata.
Parlando in termini mediatici, i social network sono anche questo, un veicolo pubblicitario dalle potenzialità infinite. Se ne sono accorte, del resto, tutte le case di moda mondiali, che hanno fiutato bene l’affare, precipitandosi a investire sui contenuti di Instagram.
Ma, come si suol dire, non è tutto oro ciò che luccica. “Social Media and Luxury Goods Counterfeit” è un’analisi condotta dagli italiani Andrea Stroppa, Daniele di Stefano e Bernardo Parrella, che ha evidenziato una tendenza parallelamente in crescita:
l’apertura di account “tarocchi”, principalmente russi e cinesi, che commercializzano tutti prodotti falsi.
Borse, occhiali, gioielli, scarpe e abiti, tutto a prezzi scontati, che gli utenti osservano e, invitati dai gestori a chattare privatamente, trattano nei termini e modalità d’acquisto (Paypal) all’apparenza strepitosi.
Gli analisti hanno anche individuato le caratteristiche comuni di questi account, ossia parole-chiave, original, stock, outlet, e la modalità “catena spezzata”, passaggio da una piattaforma social ad un’altra per complicare l’intercettazione dell’utente venditore.
Purtroppo l’occhio del navigatore non è sempre attento, spesso ingolosito dai prezzi, quindi un consiglio a cosa acquistate, te lo possiamo dare nel nostro stile: Faccecaso!
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