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La Sapienza: prima in Italia, 150ma nel mondo. Vizi e virtù di un ateneo da rivedere

La Sapienza: prima in Italia, 150ma nel mondo. Vizi e virtù di un ateneo da rivedere

La classifica della Jiao Tong University di Shanghai la mette al primo posto tra le università italiane. Ma gli studenti scappano e le contraddizioni

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La classifica della Jiao Tong University di Shanghai la mette al primo posto tra le università italiane. Ma gli studenti scappano e le contraddizioni sono ancora molte.

L’Università di Roma ‘La Sapienza’ è il principale ateneo italiano. A dirlo, una classifica stilata dalla Jiao Tong University di Shanghai, che la piazza sopra a Milano, Padova, Pisa e Torino. Prima in Italia ma 150ma nel mondo, sebbene tra i criteri dell’ateneo cinese figurino grandezza della struttura e livello di prestigio delle pubblicazioni di professori e ricercatori interni. A vederla così, quindi, La Sapienza sembra ottenere un giudizio più che positivo. Certo è, però, che la verità sta sempre nel mezzo. Questi sono i criteri di professori che valutano altri professori e le strutture: ma gli studenti? Sono loro a vivere e sopportare le diverse stranezze e mancanze delle università. Ecco, prendiamo ad esempio tre fattori che serpeggiano tra i banchi del principale ateneo italiano e che, probabilmente e fortunatamente, non stati tenuti da conto dai colleghi cinesi.

  • La grande fuga.

    Dal 2010 ad oggi, il numero degli studenti è sceso di ben 12mila unità. Da 120mila a 108mila in appena 5 anni. Perchè questo affossamento? Gli studenti di Giurisprudenza costretti a studiare in grandi gazebo potrebbero dire la loro sicuramente.

  • Luminari in azione.

    5 Luglio 2014. Il professore e criminologo Vincenzo Maria Mastronardi invita Francesco Schettino a tenere una lezione nell’aula alla Casa dell’Aviatore. Il seminario si chiama “Dalla scena del crimine al profiling” e viene organizzato per il Master in Scienze criminologiche e psicopatologico-forensi della facoltà di Medicina per dibattere della tragedia della Concordia. Ovviamente e giustamente, le polemiche non sono poche. “Ribadisco che il mio è stato un intervento tecnico sulla scorta delle mie conoscenze e della professionalità acquisita in tanti anni di servizio”, dice Schettino con la sua solita aria di noncuranza. Altro protagonista della vicenda è l’ingegnere Ivan Paduano, curatore dell’evento. A detta anche dell’ex Comandante, sarebbe stato proprio lui ad invitarlo: “La mia presenza alla Sapienza è arrivata perché è stato l’ingegner Paduano a chiamarmi. Il professor Mastronardi l’ho visto per la prima volta nell’aula alla Casa dell’Aviatore e ci siamo salutati”.
    Luigi Frati, rettore dell’ateneo romano, dice che “invitare un rinviato a giudizio per reati così gravi all’università che è una comunità educante è una scelta indegna ed inopportuna”, sottolineando che “la partecipazione di Schettino è una iniziativa autonoma e indegna presa da un docente”.
    Il tutto si chiude con una sospensione per due mesi da incarico e stipendio per il professor Vincenzo Mastronardi e una colossale figuraccia de La Sapienza. Fantastico.

  • Al vertice senza titoli.

    Allora. Segui questi passaggi: clicca www.uniroma1.it, vai su ‘Ateneo’, clicca su ‘Amministrazione’ in alto a sinistra e, nel menu a tendina che ti si aprirà, clicca su ‘Direttore Generale’. Ecco la foto di Carlo Musto D’Amore con sotto la dicitura “Il Direttore Generale è l’organo responsabile, nel rispetto degli indirizzi forniti dal Consiglio di Amministrazione, della complessiva gestione e organizzazione dei servizi, delle risorse strumentali e del personale tecnico-amministrativo dell’Ateneo”. Se avete il coraggio, leggete anche gli ulteriori 10 punti in cui vengono spiegate le mansioni di un DG. Ok, fino a qui tutto bene (giusto per citare il rapper Marracash). Ma chi è questo Carlo Musto D’Amore? Nato a Montoro Inferiore, nei pressi di Avellino, il 16 ottobre 1948 ha frequentato un Corso di Laurea in Economia e Commercio: non ha mai conseguito la Laurea. Wow. A capo di quei 108mila studenti che puntano alla Laurea c’è un signore che questa Laurea non ce l’ha. Lo recita il suo curriculm vitae (cliccate qui e inorridite), eppure nel 2013 la pubblica amministrazione gli ha rinnovato il contratto per altri 4 anni. Aggiungiamo carne al fuoco? Guadagna 200mila euro l’anno e al tempo della riconferma era in pensione e, soprattutto, sotto processo per abuso di ufficio. L’Espresso, in un articolo del 23 marzo 2015 ripercorre tutta la sua carriera. Leggere per credere.
    Ah, ultima cosa: l’attuale rettore Eugenio Gaudio, attraverso un clausola rescissoria, potrebbe cacciarlo. Lo farà?

 

Instagram.com/FacceCaso

 

E noi studenti? Riderci sù per non piangere? Forse è arrivato il momento di alzare la voce.

Di _Riccardo Zianna_

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