L’ultimo accordo tra Repubblica Italiana e Santa Sede era avvenuto con il Concordato del 1948, quando alcune materie ecclesiastiche divennero a tutti
L’ultimo accordo tra Repubblica Italiana e Santa Sede era avvenuto con il Concordato del 1948, quando alcune materie ecclesiastiche divennero a tutti gli effetti titoli di studio. Oggi, dopo settant’anni, siamo di fronte ad una nuova collaborazione.
Il Ministro della pubblica istruzione Marco Bussetti e il Prefetto della Congregazione per l’educazione cattolica, Cardinale Giuseppe Versaldi hanno siglato un accordo per il riconoscimento dei titoli di studio superiori e universitari impartiti dalle istituzioni della Santa Sede.
Fino ad oggi, infatti, gli unici titoli riconosciuti erano quelli di “Teologia e Sacra scrittura”, che necessitavano – in ogni caso – un apposito decreto del MIUR. Con l’intesa firmata ieri si estende l’accordo a tutti gli insegnamenti aventi diritto di riconoscibilità, come stabilito dalla Convenzione di Lisbona.
Come la pensa Bussetti
Che tale obiettivo sia stato raggiunto in questi giorni non è certo una coincidenza: siamo, infatti, al novantesimo anniversario dei Patti Lateranensi, come ha sottolineato il Ministro Bussetti.
Quest’ultimo ha infatti dichiarato che “si tratta di un accordo molto atteso, storico. La collaborazione tra Stato italiano e il Vaticano è ormai prassi consolidata da decenni ed è proseguita in modo costante e proficuo nel tempo”.
Come la pensa Versaldi
Conferma tale opinione il Cardinale Versaldi, contento e soddisfatto per un traguardo che, come lui stesso afferma: “Dà risposta a una domanda discussa per tanti anni nello spirito della Convenzione di Lisbona e del Processo di Bologna. Il presente accordo permette agli studenti la prosecuzione degli studi nell’uno o nell’altro sistema”.
Si aprono – in definitiva – porte rimaste chiuse per troppi anni, secondo i vertici della politica italiana. L’Italia infatti deve conformarsi, al pari di qualsiasi altro Stato sovrano, alle convenzioni vigenti.
“La procedura si svolgerà materialmente attraverso gli Atenei che valuteranno i titoli e provvederanno al loro riconoscimento”, si legge infine nel comunicato MIUR.
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