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Antonio Tajani ai millennials: “Votare significa rafforzare la democrazia”

Antonio Tajani ai millennials: “Votare significa rafforzare la democrazia”

Su Skuola.net, il videomeeting con il Presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani che ha risposto alle domande degli studenti sulle elezioni euro

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Su Skuola.net, il videomeeting con il Presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani che ha risposto alle domande degli studenti sulle elezioni europee.

Sul noto portale online Skuola.net va in onda la rubrica #MeetMillennials: il format ideato per avvicinare i giovani alla politica, in vista delle prossime elezioni europee. Dopo Carlo Calenda (PD), intervistato il 15 maggio, è stato il turno di Antonio Tajani.

L’attuale presidente del Parlamento Europeo e candidato con Forza Italia, ha risposto in un massimo di tre minuti alle domande di studenti e giovani sui temi di ambiente, formazione, lavoro, politiche comunitarie e tanto altro.

Ecco i passaggi principali del videomeeting condotto dallo scrittore Gianluca Daluiso e dal co-fondatore di Skuola.net Daniele Grassucci.

L’importanza del voto.

Prima di tutto: chi è assente ha sempre torto. Se ti vuoi lamentare, se non hai votato non puoi farlo. Se invece hai scelto, puoi dire ‘preferirei che si facesse così’. Ascolti i programmi, Ascolti parlare i candidati e poi decidi se ti piace o no quella persona. Andare a votare significa rinforzare la democrazia. Oggi l’Europa è vista come troppo lontana dai cittadini. Ma non per questo bisogna distruggerla. Bisogna renderla più politica e meno burocratica e per farlo si deve dare più potere al Parlamento europeo perché è l’unica istituzione che rappresenta i cittadini“.

Sono contento se qualcuno mi critica perché significa che la gente vuole partecipare. C’è interesse ad aprire un dibattito. Pensare che i ragazzi stiano solo al pub a chiacchierare di cose futili non mi pare positivo. Da ragazzi noi combattevamo per degli ideali. Se oggi c’è un risveglio per me è positivo“.

Cosa si può fare per i giovani.

Mi pare che in questo ultimo anno non si sia fatto molto per loro. Io credo si debba dare ad un ragazzo la possibilità di potersi realizzare. Bisogna poterlo mettere nelle condizioni di fargli fare quello che lui vorrebbe fare. Magari non tutti riusciranno nei propri progetti. Ma bisogna dargli la possibilità di provarci“.

Abbassare le tasse alle imprese che assumono giovani è un’altro passo che bisogna fare. Oppure potrebbe essere lo stato a porsi in primis come garante per i costi di avviamento delle imprese dei giovani“.

L’europa offre tante possibilità di girare, conoscere e lavorare ovunque. E per i giovani è una grande possibilità di crescita professionale“.

Cos’è che non va in europa e si può fare meglio.

L’Europa si è svegliata tardi sull’immigrazione, sulla crisi finanziaria del 2008 e ha abbandonato alla burocrazia il potere istituzionale. Si è chiusa nel castello dei palazzi di Bruxelles ostaggio delle sue stesse regole. Le scelte conservative del burocrate non tengono conto del cittadino: sono autoreferenziali. La politica invece deve valutare se qualcosa deve essere cambiato o meno. Se i politici tornano ad occupare il loro ruolo e l’Europa diventa più democratica (più potere al Parlamento) molte cose si possono migliorare. Ecco perché è importante andare a votare“.

Il senso di un “esercito europeo”.

Avere 28 eserciti che fanno tutti le stesse cose non ha senso. Costano tanti soldi, in quantità sproporzionata rispetto all’efficacia reale. L’esercito unico era un vecchio sogno, già nel 1954 se ne parlava, ma fallì per il voto contrario dei francesi. Ora si sta lavorando per arrivare ad una difesa europea unica. Ci vorrà tempo per arrivare ad un esercito unico ma la strada è quella. Ci permetterebbe di risparmiare un sacco di soldi da reinvestire in politiche sociali e lotta alla povertà, ricerca, lotta al cambiamento climatico e tante altre cose“.

La brexit.

Una gran confusione. Prima di tutto a Londra non sanno che fare. Hanno fatto un referendum e hanno deciso di andarsene, ma non riescono a trovare un accordo prima di tutto tra di loro. L’accordo per l’uscita con UE è stato firmato, solo che il loro parlamento non ha approvato quello che il loro governo aveva contrattato. E quindi non si riesce a capire. Non sono del tutto convinto che alla fine vogliano veramente uscire“.

Se si verificasse realmente questa uscita i parlamentari eletti decadrebbero il giorno successivo al pari del commissario britannico. A noi iitaliani aumenterebbero di 3 unità i seggi in parlamento“.

Curiosità finale: in quale altro paese europeo avrebbe voluto nascere.

Sono arrivato in Francia quando avevo appena sei mesi, perché mio padre lavorava lì. Ho vissuto qualche anno ed è un paese che mi piace molto. Però, come vicinanza, se non fossi italiano vorrei essere spagnolo. Lasciatemi dire, comunque, che essere italiano è bellissimo“.

 

L’intervista integrale è disponibile sul sito. Tra aneddoti personali ed esperienze nella carriera istituzionale il presidente Tajani ha più volte ribadito l’importanza del background culturale dell’individuo. La formazione personale rappresenta il biglietto da visita del cittadino. E ha così colto l’occasione per fare l’imbocca al lupo a tutti i prossimi maturandi.

#FacceCaso

Di Tommaso Fefè

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