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Sulla morte di Giulio Regeni ora parlano i giovani egiziani

Sulla morte di Giulio Regeni ora parlano i giovani egiziani

In un'intervista concessa a TPI, Ibrahim Heggi, portavoce del Movimento 6 aprile, racconta cosa rappresenta per i giovani egiziani la morte di Giulio

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In un’intervista concessa a TPI, Ibrahim Heggi, portavoce del Movimento 6 aprile, racconta cosa rappresenta per i giovani egiziani la morte di Giulio Regeni, ancora avvolta nell’ombra.

Di Giulio Regeni si comincia drammaticamente a parlare il 25 gennaio 2016. Di lui in quel giorno si perse ogni traccia in Egitto.
Giulio Regeni era un giovane ricercatore italiano presso l’Università di Cambridge e si trovava in Egitto per svolgere alcune ricerche. Egli stava indagando sul ruolo dei Sindacati indipendenti egiziani e forse per questo è stato ucciso. Fu poi ritrovato cadavere sul ciglio di una strada, probabilmente scaricato dopo essere stato torturato dalle autorità egiziane.

Dopo tanto dire, promesse di giustizia, falsificazioni, depistaggi e presunte responsabilità, a parlare di Giulio Regeni è Ibrahim Heggi, portavoce di un movimento giovanile di protesta contro il regime di Mubārak e i soprusi da questo perpetrati.

Giulio Regeni “ha dato visibilità al cambiamento che i ragazzi stanno cercando di portare avanti

Ai microfoni di TPI, Ibrahim Heggi, che ora si trova in Italia dopo essere scappato dall’Egitto, ha fornito la sua versione, la stessa di molti altri ragazzi che fanno parte del Movimento 6 aprile.

Giulio era vicino ai ragazzi che rappresentavano la vera rivoluzione egiziana […]. Quella generazione che non ha vinto la rivoluzione, ma che è comunque riuscita a far cadere il regime“.

Secondo Ibrahim Heggi la morte di Giulio Regeni è probabilmente da addebitare al governo stesso che vedeva nello straniero italiano un pericolo. Tuttavia egli “ha dato visibilità al cambiamento che i ragazzi stanno cercando di portare avanti […]. Non è certo il primo caso: chiunque in Egitto si avvicini al movimento operaio o al sindacato, se non viene ucciso, viene mandato via“.

Il caso di Giulio Regeni non è solo salito in cima alle cronache ma ha anche consentito di riaccendere i riflettori sulla delicata situazione egiziana. In Egitto, infatti, la repressione delle libertà fondamentali è all’ordine del giorno. Gravi sono i riflessi anche sullo sviluppo e la crescita sociale dei ragazzi, molti dei quali costretti a fuggire altrove. Proprio come Ibrahim Heggi per non fare la stessa fine di Giulio Regeni.

#FacceCaso

Di Lorenzo Maria Lucarelli

 

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