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Disabilità invisibile: il progetto SPIN

Disabilità invisibile: il progetto SPIN

L'Università di Foggia promuove un progetto sportivo per far sentire i ragazzi con "disabilità invisibile" inclusi e, soprattutto, visti. Ci sono rag

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L’Università di Foggia promuove un progetto sportivo per far sentire i ragazzi con “disabilità invisibile” inclusi e, soprattutto, visti.

Ci sono ragazzi che ogni giorno combattono una battaglia impari, quella della “disabilità invisibile”. Non solo essere disabili crea non poche difficoltà nel rapportarsi con il mondo, ma essere disabili ed allo stesso tempo invisibili… beh, lo potete capire da voi cosa vuol dire.

Ci sono malattie, ci sono traumi che ti mettono su una sedia a rotelle. Che ti tolgono le gambe, o la vista, o la concentrazione, la memoria, il discernimento. E poi ci sono malattie che tutte queste cose te le tolgono, ma che non lo “fanno vedere”.

Parliamo di forme leggere di autismo, neuropatie che ti rendono ipovedente, disabilità psichiche e della sfera comportamentale. Insomma, non solo sei disabile. Non sei nemmeno riconosciuto come tale. Pensano che tu “esageri”. E questo, come potete ben capire, ti fa parecchio incazzare.

Prendete per esempio Giovanni, un ragazzo che ha partecipato alle Paraolimpiadi. Ha due figli, un lavoro e nuota. Ma ha anche la LHON (Neuropatia Ottica di Leber).

A volte è difficile spiegare alle persone che alcune cose le vedi ed altre no. Quando arriva la malattia ti toglie tante cose”, raccontava qualche anno fa al Corriere. “Io, per esempio, mi sono laureato grazie a chi mia ha registrato i contenuti dei libri che non potevo leggere. Ormai sono 20 anni che convivo con la malattia, spero sempre un giorno di poterci vedere, ma nel frattempo mi sono attrezzato per fare tutto quel che posso”.

Lo SPIN

Proprio per ragazzi come Giovanni, l’Università di Foggia ha appena approvato un progetto che ha dell’incredibile. Un progetto che permetterà a moltissimi ragazzi con “disabilità invisibili” di entrare nel mondo dello sport.
SPIN (Sport per l’Inclusione) darà modo a più di 300 ragazzi dell’Area di Foggia di “farsi vedere”. “Il fatto che l’Università di Foggia, Cus e Cusi rivolgano le le loro attenzioni ai temi della disabilità e del recupero delle fasce più deboli, significa che l’intesa tra queste tre istituzioni sta funzionando al meglio mettendo a disposizione del territorio servizi sempre migliori, degni cioè di una società davvero civile”.

Per vedere, anche grazie allo sport, chi è e si sente troppo spesso invisibile.

#FacceCaso

Di Giulio Rinaldi

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