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Cosa sono i PMS, Presunti Maltrattamenti a Scuola?

Cosa sono i PMS, Presunti Maltrattamenti a Scuola?

Dopo l'ennesimo caso scoppiato in Italia, cerchiamo di fare chiarezza sui PMS: i Presunti Maltrattamenti a Scuola. Quale la causa, quale la cura? “La

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Dopo l’ennesimo caso scoppiato in Italia, cerchiamo di fare chiarezza sui PMS: i Presunti Maltrattamenti a Scuola. Quale la causa, quale la cura?

La Giustizia conosce la scuola al punto da poter operare al suo interno sostituendo chi è preposto a gestirla?
È questo certamente uno degli interrogativi più attuali riguardo i maltrattamenti subiti a scuola dai minori, e la loro possibile risoluzione. Come vi avevamo raccontato qualche tempo fa, altre due maestre sono finite di recente sotto indagine per aver commesso degli abusi su alunni minorenni a scuola.

Oggi, partendo proprio da questa domanda, vi proponiamo il lavoro compiuto dal dott. Vittorio Lodolo D’Oria, autore del saggio dal titolo: “Presunti Maltrattamenti a Scuola: Indagine 2014-2019”.

I PMS, cosa sono e dove nascono”

Secondo il dott. Lodolo D’Oria, “i Presunti Maltrattamenti a Scuola (PMS)” rappresentano un “fenomeno più che raddoppiato nel 2019 rispetto al 2018: da 47 maestre indagate a 101”.

La causa (…) potrebbe risiedere nelle ultime riforme previdenziali che costringono “maestre-nonne”, ormai psicofisicamente logorate, a rimanere in cattedra fino a 67 anni”.

Pensione “ritardata” dovuta al decreto legge 28 gennaio 2019 n.4, “Disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni”, che mantiene l’anzianità contributiva richiesta a quella prevista dalla riforma Fornero: 41 anni e 10 mesi per le donne, 42 e 10 mesi per gli uomini. Secondo il decreto, inoltre, l’età per l’accesso alla pensione di vecchiaia resta fissata a 67 anni.

Può, dunque, l’anzianità del personale rappresentare la prima causa di PMS?

Secondo l’indagine presa da noi in esame, sarebbero altre le cause da ricercare per iniziare a capire l’esponenziale crescita dei PMS. “Il fenomeno è esclusivamente italiano e non ha riscontro nei Paesi della UE, e occidentali in genere, dove l’usura psicofisica professionale è comunque la medesima”, scrive il dott. Lodolo D’Oria.

L’attenzione e il sospetto perciò si spostano debitamente sui metodi d’indagine verosimilmente inadatti all’ambiente scolastico: inquirenti non-addetti-ai-lavori (Carabinieri, Polizia Giudiziaria, Guardia di Finanza, Polizia Municipale, Polizia Postale); pesca a strascico ad libitum con telecamere nascoste; selezione avversa degli episodi incriminati; decontestualizzazione delle immagini; visualizzazione parcellizzata delle registrazioni da parte di giudici e avvocati; drammatizzazione della trascrizione degli atti; criteri empirici per stabilire sistematicità e abitualità degli episodi e via discorrendo”.

Senza dubbio una serie di interrogativi che rimangono, soprattutto riguardanti l’uso e l’abuso di telecamere nascoste. Come sempre, si balla su di un filo sospeso tra etica, moralità e difficoltà (o inesperienza) d’indagine.

#FacceCaso

Di Giulio Rinaldi

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