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Scuole occupate e criticità: la voglia di tornare tra i banchi non basta(?)

Scuole occupate e criticità: la voglia di tornare tra i banchi non basta(?)

Il coro degli studenti rimbomba in tutta Italia, dal liceo Manzoni a Milano ad altre scuole periferiche, la rivendicazione a piena voce delle lezioni

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Il coro degli studenti rimbomba in tutta Italia, dal liceo Manzoni a Milano ad altre scuole periferiche, la rivendicazione a piena voce delle lezioni in presenza, attraverso nuove proposte per la riapertura in tutta sicurezza.

Le scuole e le università sono sull’altalena della catena dei contagi, alternandosi tra l’apertura e la chiusura da ormai quasi un anno, così la situazione comincia a diventare insostenibile anche a livello europeo.

Difatti, tra Germania, Olanda e Inghilterra si fa a gara a chi proroga maggiormente la chiusura delle scuole: dalla Merkel che rinvia al 31, al governo olandese che punta sul 18, mentre la Repubblica Ceca di ferma al 22 e Boris Johnson si sta con il terzo lockdown.

Altri paesi più a est stanno prorogando le vacanze fino al 18, come la Slovenia e la Russia, mentre in Francia, Belgio e Spagna sono riusciti tutti a tornare tra i banchi di scuola.

E l’Italia?

In un quadro dove persiste la DAD, i banchi di scuola sono stati visti soltanto dagli studenti che hanno deciso di occupare il liceo Manzoni di Milano, passando la notte tra le mura scolastiche all’interno di propri sacchi a pelo.

Tutto ciò dopo che la prima protesta, davanti il Palazzo Lombardia, era passata in secondo piano, nonostante la presentazione di quattro punti per la riapertura in tutta sicurezza:

  1.  Avere presidi medici in ogni istituto e tamponi a tutto il personale
  2. Potenziamento del trasporto pubblico, di cui molti hanno proposto un bike sharing gratuito
  3. Istituzione di protocolli chiari
  4. Assunzione di più personale scolastico

Così, si ribadisce l’istruzione classista, che si sta venendo a creare data l’esclusione di tutti coloro i quali non abbiano a disposizione un dispositivo mobile con una connessione dati stabile, così da non essere in grado di seguire le lezioni: ed anche per questo gli studenti si sentono potenzialmente messi da parte.

In più, se può farvi sentire meglio, l’università è stata nominata solo una volta dal presidente del consiglio Giuseppe Conte, e neanche in una contestualizzazione di priorità del paese: ennesimo esempio dell’assoluta importanza data all’istruzione.

Ma come ben sappiamo, il governo è impegnato in altre attività ben più importarti rispetto agli studenti, e no, non si tratta di sanità, ma di cercare di mettere in moto una crisi o di progettare delle immediate elezioni. Sempre in pieno periodo d’emergenza.

#FacceCaso

Di Alessia Sarrica

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