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Esame di Maturità, tra presidi e Ministero c’è aria di Civil War

Esame di Maturità, tra presidi e Ministero c’è aria di Civil War

I presidi contrari all'esame in presenza sono sempre di più e chiedono chiarimenti al Ministero, che nel frattempo aspetta e tace. L'esame di maturit

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I presidi contrari all’esame in presenza sono sempre di più e chiedono chiarimenti al Ministero, che nel frattempo aspetta e tace.

L’esame di maturità si farà, senza mascherina e in un’unica mega-prova orale da 40 crediti; o la va o la spacca. Il fato dei maturandi sembra ormai deciso, nonostante l’emergenza sanitaria torneranno in classe un’ultima volta per conquistare il diploma. Ma attenzione, non è ancora detta l’ultima parola.

I presidi di tutta Italia, infatti, nutrono diverse perplessità sulla bontà di questa soluzione e ci hanno tenuto ad evidenziarle in una nota apparsa ieri sul sito della ANP (Associazione Nazionale Presidi), nella quale chiedono al Ministero regole chiare, per poter affrontare l’esame in tranquillità.

In altre parole ciò che i dirigenti scolastici vorrebbero è che vengano definiti il più in fretta possibile protocolli di sicurezza inerenti gli strumenti, le procedure e le connesse responsabilità. Stamattina la Ministra ha assicurato che in settimana sarà pronta l’ordinanza, ma purtroppo c’è chi si è stancato di aspettare e ha già agito in autonomia, creando una prima spaccatura tra addetti ai lavori e Ministero.

A Genova, per esempio, i presidi hanno già passato al vaglio diverse idee per rendere i colloqui, che al momento dovrebbe iniziare il prossimo 17 giugno, a prova di contagio. La proposta più gettonata è quella delle barriere in plexiglass, che dovrebbero andare a dividere i membri della commissione.

Come abbiamo detto, però, il Ministero non ha ancora fornito alcuna indicazione in merito. Motivo per cui sulla questione è intervenuto il direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale Ettore Acella, che ha ribadito come spetti all’ex MIUR stilare i protocolli più corretti per la sicurezza degli orali.

Qualora però le indicazioni della Ministra Lucia Azzolina non dovessero arrivare in tempi brevi, c’è il serio rischio che i dirigenti scolastici decidano di prendere l’iniziativa in prima persona, ignorando l’autorità del Ministero e creando un precedente pericoloso. Noi chiaramente non ce lo auguriamo; il disaccordo tra le parti tuttavia è evidente e la tensione, ormai, si taglia con il coltello.

La sensazione è che, qualunque sarà il contenuto di questa attesissima ordinanza, i presidi vogliano provare ad opporsi fino in fondo all’esame in classe e che molti docenti rinunceranno a presentarsi in commissione pur di appoggiarli. Non sappiamo come finirà questa storia ma una cosa è certa: in un momento in cui il Paese dovrebbe rimanere unito, la scuola è più divisa che mai.

#FacceCaso

Di Gabriele Scaglione

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