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Rènico sta vivendo il suo “Cinquecento” e noi ci siamo fatti 4 chiacchiere con lui

Rènico sta vivendo il suo “Cinquecento” e noi ci siamo fatti 4 chiacchiere con lui

Un primo step, un nuovo EP tutto raccontare in questa bella chiacchierata che ci siamo fatti con Rènico, un giovane cantautore della scuderia di Disco

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Un primo step, un nuovo EP tutto raccontare in questa bella chiacchierata che ci siamo fatti con Rènico, un giovane cantautore della scuderia di Discographia Clandestina.

Cari giovany, oggi si parla di “Cinquecento”, l’EP d’esordio di Rènico in uscita per Discographia Clandestina. Composto da 5 tracce, l’EP prende il titolo dalla ‘bonus track’ che rappresenta la chiave di lettura di tutto il lavoro. Il disco è caratterizzato da un’attitudine pop-cantautorale accompagnata da una scrittura iconica tipica del giovane cantautore pugliese. Rènico raffigura in cinque tracce-immagini una storia ‘già iniziata’. Rapporti umani, tempo, incomunicabilità, consapevolezza e accettazione. Le sonorità spaziano dal pop contemporaneo sino a strizzare l’occhio a groove americani. Gli arrangiamenti, la produzione e il missaggio sono stati curati da Rafqu (LefrasiincompiutediElena).

E beh, vi pare che non ci facevamo raccontare qualcosa??

Ho ascoltato il tuo EP “Cinquecento” diverse di volte di fila, in ordine, prima di preparare le domande. Mi ha colpito una scelta: le tracce partono “forte”, “con festa”, “con ritmo” e chiudono “piano”, “in intimità”, “dolcemente”. Come mai questa scelta?
Ho cercato di dare un’impronta decisa nella scrittura e nella scelta dei brani. Mi è sempre interessata la cura del testo ed essendo il primo EP, l’intento era arrivare ad un prodotto che rappresentasse un biglietto da visita, un segno distintivo.

Il Cinquecento è (non solo lui) il secolo del “Rinascimento”. Per te questo EP assorbe un po’ quel senso di riscoperta, rinascita musicale?
Il brano nasce da tutt’altre considerazioni, poi con il tempo ho notato vari collegamenti proprio con quel periodo. Ma, ad essere sincero, la scelta del titolo del brano (e dell’intero lavoro) è un riferimento ad una filastrocca letta per caso in una biblioteca e di cui non si conosce l’autore! Ho preso il termine ‘cinquecento’ ed è venuto fuori il brano, credo sia il brano più veloce che abbia scritto!

Siamo su FacceCaso, patria degli studenti e quindi voglio sapere che rapporto ha avuto Rènico con i suoi studi e in che modo ha poi approcciato alla musica (fico questo parlare in terza persona)
Rènico è uno studente come tanti altri. Sono all’ultimo anno di Giurisprudenza e, come tanti altri, non amo quello che studio. Forse l’inquietudine che ho vissuto durante questi anni fuori casa mi ha portato a scrivere ed il progetto è nato da sé.

Tornando a Cinquecento, è un EP che lascia intendere la tua voglia di fare ancora tante esperienze. Eppure lo stesso Ep racconta già tante cose. Come te la vivi questa contraddizione (se così si può dire…)?
È bello che si noti. Spesso dico che ho solo voglia di meravigliarmi e quindi cerco sempre sensazioni nuove sperimentando, della stessa cosa, prospettive differenti. Sicuramente ho ancora molto da fare, Michelangelo quasi novantenne disse: “Io sto ancora imparando”.

Scusami eh, ma perché “gli sbagli” sono da appendere come “palle di Natale”? Mi ha molto affascinato questa similitudine contenuta in “Dove non ci sei”.
Perché uniscono. Ogni momento in cui si prepara/affronta qualcosa insieme a qualcuno diventa più leggero. ‘Addobbare’ un progetto appendendo quelli che sono gli sbagli, i limiti di cui siamo fatti, diventa un momento di consapevolezza e di condivisione dell’imperfezioni.

Siamo ai saluti. Prima di regalare il tuo “ciao” ai giovany di FacceCaso, lasciamoci “sognando” dai: collaborazione della vita?
La butto lì…Daniele Silvestri! Ciao a tutti

Chi è Rènico?

Rènico, nome d’arte di Enrico Guerrieri, è un cantautore pugliese classe ’97.
Il suo approccio con la scrittura avviene non appena adolescente quando unisce la passione per le lettere alle sei corde. Il progetto cantautorale prende forma nel 2018, anno in cui sperimenta l’autoproduzione e che lo porta, nell’anno successivo, alla pubblicazione di quattro singoli da indipendente tra cui il brano ‘Non è colpa mia’ dove il cantautore si presenta così: “In testa ho più di qualche vento contrario, un monsone indiano che soffia parole e cambio colore”. “La mia scrittura è una folla di bocche”: testi che alternano romanticismo e cinismo da una parte, ritmi che saltano dalla scuola cantautorale italiana (Dalla, Battisti, De Gregori, De Andrè, Conte) alle sonorità americaneggianti (Mayer, Johnson, Reed) dall’altra.

#FacceCaso

Di _Riccardo Zianna_

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