Poco prima delle misure promosse dal nuovo DPCM, è andato in scena un “duello” sul tema della didattica a distanza. Per adesso la Azzolina resiste. A
Poco prima delle misure promosse dal nuovo DPCM, è andato in scena un “duello” sul tema della didattica a distanza. Per adesso la Azzolina resiste.
Appena qualche ora prima dell’attesissima conferenza stampa di Giuseppe Conte di domenica sera, nella quale il premier ha parlato tra le altre cose anche di scuola, era andato in scena uno scontro a distanza fra la Ministra della Scuola Lucia Azzolina e i comuni italiani rappresentati dall’ANCI.
Il presidente dell’associazione, nonché attuale sindaco di Bari, Antonio Decaro si è infatti scagliato contro l’atteggiamento di chiusura della Ministra nei confronti della didattica a distanza, che stando a Decaro, rappresenterebbe un ottima soluzione per alleggerire la pressione sul trasporto pubblico.
La Azzolina, però, non si è fatta minimamente intimidire e ha risposto per le rime alla provocazione del primo cittadino barese, sottolineando quanto la presenza a scuola sia fondamentale per i ragazzi e come siano necessari interventi mirati e localizzati dal momento che in linea di massima, secondo lei, i contagi non avvengono negli istituti.
Sì, forse la Ministra stavolta ha ragione; ciò che accade all’interno delle scuole, dove tutto sommato le norme igieniche vengono rispettate alla lettera, non è un problema. Il problema, tuttavia, potrebbe essere quello che succede immediatamente fuori, sui mezzi pubblici o nei cortili degli istituti.
D’altronde, il nostro Paese ha già ampiamente dimostrato di non essere ancora in grado di sostenere una didattica a distanza per l’intera durata dell’anno scolastico. Oltretutto, un diploma ottenuto dopo un anno passato a studiare da casa rischia di essere estremamente penalizzante per tutti quei ragazzi che, finita la scuola, si affacceranno su un mondo del lavoro che già ora è difficile da approcciare.
In conclusione, la soluzione migliore sembra essere proprio quello scaglionamento degli ingressi e delle uscite introdotto con l’ultimo DPCM. La scuola totalmente a distanza non fa bene a nessuno; non fa bene agli studenti, non fa bene agli insegnanti e forse non fa bene neanche alla scuola stessa.
COMMENTS
Non capisco perché vengono ignorati i corsi serali (superiori)…non si possono applicare le stesse regole dei corsi diurni. Ci sono adulti con un lavoro, che presuppone abbiano più contatti degli studenti comuni, ma sopratutto per la loro età sono soggetti a rischio! Una parola spesa per loro no eh?!
Che si facciano scaglionamenti ai corsi diurni ma per dio a noi del serale fateci fare la didattica a distanza…cosi si contribuisce soltanto all’abbandono scolastico.
Ciao Marco. Sono assolutamente d’accordo con te, la didattica a distanza va potenziata il prima possibile se non si vuole danneggiare eccessivamente categorie come gli studenti serali o i lavoratori dello sport che usufruiscono delle palestre scolastiche (faccio l’istruttore di minibasket, perciò capisco il tuo punto di vista). Però purtroppo al momento la situazione è questa e che ci piaccia o no dobbiamo farci i conti. Ti ringrazio comunque per il commento, sarei felicissimo se i miei articoli potessero trasformarsi in occasioni di dibattito.