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#FilterDrop, l’ennesimo tentativo di abolire i filtri parte dal Regno Unito

#FilterDrop, l’ennesimo tentativo di abolire i filtri parte dal Regno Unito

L’ASA ha abolito l’utilizzo dei filtri negli #adv poiché tendono a sfalsare il risultato del prodotto, pubblicizzato sui vari social network… Già dal

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L’ASA ha abolito l’utilizzo dei filtri negli #adv poiché tendono a sfalsare il risultato del prodotto, pubblicizzato sui vari social network…

Già dall’anno scorso, la make-up artist Sasha Pallari, aveva iniziato una campagna contro l’utilizzo dei filtri per la pubblicizzazione dei prodotti viso, sotto l’hashtag #FilterDrop, poiché, nel mostrare il risultato dato dal prodotto, i filtri tenderebbero a sfalsarne il reale effetto, ingannando il potenziale cliente.

Una strategia di marketing abbastanza scorretta, riflettendoci, e difatti è intervenuta l’ASA (Advertising Standards Authority), ovvero l’autorità indipendente britannica che si occupa della regolazione delle campagne pubblicitarie sui social network basandosi su un vero e proprio codice sulla pratica pubblicitaria.

Come?
Essa ha vietato l’utilizzo dei filtri che esagerino l’efficacia di un cosmetico, e chi dovesse violare questa regola, verrebbe sanzionato con l’espulsione dal social network sia per il brand che per l’influencer coinvolto.

Ed era anche ora, hanno esordito in molti, per quanto queste tecniche di “marketing”, quando sono troppo evidenti, con filtri assurdi, e di conseguenza fallimentari, abbiano spesso divertito, entrando nel mirino delle pagine trash/humor, come @trash_italiano che ha ripostato tempo fa un influencer che pubblicizzò uno studio dentistico mostrando i denti bianchissimi, dati dal filtro WHITE SMILE.

Anche un po’ imbarazzante, se vogliamo.

Ma dietro questa parte più trash, appunto, si cela una problematica ben più radicata ed ampia che coinvolge numerosissimi giovani… Difatti, l’utilizzo continuo dei filtri può avere un risvolto negativo: la distorsione dell’immagine di sé stessi.

A testimoniare l’aumento di questi casi sono proprio i chirurghi plastici che si trovano a rifiutare di intervenire quando vien loro fatta la richiesta da parte di giovanissimi affinché possano somigliare ad un filtro Instagram, manifestando così la suddetta dismorfia da Snapchat (chiamata così poiché l’idea dei filtri nasce proprio lì, e poi è stata copiata dalle altre piattaforme).

In realtà, nel 2019, Instagram ha tentato di ovviare, eliminando tutti quegli effetti esagerati che potessero danneggiare la salute mentale degli utenti, ma questi non è andato troppo a buon fine…

Date infine le circostanze ed anche l’aumento esponenziale dell’utilizzo dei social da parte dei ragazzi, in particolar modo in quest’ultimo periodo, non sarebbe il caso di educarli alla reale immagine di loro stessi? E anche al non affidarsi a quella irrealtà che viene loro mostrata? Insegnare proprio che uno schermo non porti al suo interno la fisionomia naturale data dalle imperfezioni cutanee?

#FacceCaso

Di Alessia Sarrica

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