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Scuola: i numeri alti delle candidature spiazzano

Scuola: i numeri alti delle candidature spiazzano

“Non ricordiamo numeri così. Le graduatorie per le supplenze hanno riaperto dopo tre anni ed è come un’onda di piena”. #FacceCaso. Maria Rita Donadei

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“Non ricordiamo numeri così. Le graduatorie per le supplenze hanno riaperto dopo tre anni ed è come un’onda di piena”. #FacceCaso.

Maria Rita Donadei è preside da tredici anni e dal 2016 guida l’Istituto statale di piazza Lucrezio Caro, una scuola con più di milletrecento studenti, fra l’indirizzo tecnico e il liceo scientifico. Ad oggi è spiazzata per i numeri alti delle candidature.

“Al Feltrinelli abbiamo ricevuto milletrecento domande, mai visti numeri così alti. Colpisce anche l’età dei candidati e la provenienza, tanti non appartengono al mondo della scuola, non hanno mai insegnato. Siamo comunque fiduciosi e pronti a sostenerli”.

Un numeri di richieste superiore al passato?

«Non ricordiamo numeri così. Le graduatorie per le supplenze hanno riaperto dopo tre anni ed è come un’onda di piena. Per tre mesi da giugno ad agosto abbiamo raccolto le domande per l’elenco provvisorio, abbiamo chiuso da pochi giorni quello definitivo».

Colpita anche dall’età dei candidati?

«Sì, sono tanti i cinquantenni. Ma non ho preclusioni».

Mandare in cattedra chi non ha mai lavorato nella scuola la preoccupa?

«Le competenze le verifichiamo. E con motivazione e buona volontà si impara a tenere un’aula. I nostri docenti esperti poi faranno da tutor ai nuovi colleghi».

Quanti posti ci sono da coprire al Feltrinelli?

«Abbiamo sette cattedre scoperte e “spezzoni” fino a quattordici ore».

Avere graduatorie così numerose è una garanzia?

«Non è detto che si troveranno i profili che servono in una scuola come la nostra, qui mancano insegnanti delle materie scientifiche, da chimica a fisica a meccanica. Per alcune classi di concorso è sempre difficile reperire insegnanti, per il settore areonautico è stata dura anche lo scorso anno. Mi ero rivolta al Politecnico per poi trovare un neolaureato. Nel caso farò lo stesso quest’anno».

#FacceCaso.

Di Francesca Romana Veriani

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