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Gerico, la scuola dove Musulmani e Cristiani sono un’unica cosa

Gerico, la scuola dove Musulmani e Cristiani sono un’unica cosa

Perché l’amore non fa differenze. Di Alice Nieri In Cisgiordania, a Gerico, c’è una scuola particolare. Viene fondata dai francescani della Custodia d

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Perché l’amore non fa differenze.

Di Alice Nieri

In Cisgiordania, a Gerico, c’è una scuola particolare.
Viene fondata dai francescani della Custodia di Terra Santa nel 1950, che la gestiscono ancora oggi seguendo il programma educativo palestinese e applicando tasse veramente basse. Con un reportage, il giornale La Stampa ci racconta un bellissimo caso di convivenza tra mussulmani e cristiani, dove i bambini vengono educati al rispetto e alla fratellanza. Gli alunni iscritti sono quasi 600, dai 4 ai 16 anni, di maggioranza mussulmana. In ogni classe è appeso al muro un crocifisso.

Questa è stata la prima scuola costruita a Gerico, che anno dopo anno ha avuto sempre più successo e ad oggi viene vista come un istituto serio e molto affidabile. La base da dove tutto nasce è l’amore per l’insegnamento che sia i francescani che i musulmani condividono. Tra questi docenti c’è infatti un grande rispetto, che porta la scuola ad essere vista come un ambiente sano. Quello che cercano di trasmettere è proprio il sentirsi parte di un unico popolo, il volersi bene considerando la diversa religione come una sfumatura che permette comunque di vivere insieme in modo pacifico. Padre Mario spiega: “Il punto è insegnare ai ragazzi a riflettere, perchè una cosa è usare la mano per alzare una pietra, un’altra è usare la testa per pensare”. E a quanto sembra, riescono a far arrivare il messaggio. Anche tra i genitori degli studenti, il “peso” della religione diversa sembra non essere nemmeno lontanamente un problema: si frequentano e partecipano insieme alle gite o agli incontri scolastici.

In occasione delle ricorrenze religiose, gli studenti festeggiano tutti insieme, senza fare differenze. Per esempio, a Natale, i regali vengono fatti a tutti i bambini, non solo a quelli cristiani. Ciò perché l’amore da parte di questi insegnanti è uguale per tutti. E i bambini lo sentono, è una scuola in cui ci si sente amati a tal punto, che alcuni di loro ritengono di avere due padri, uno a casa e uno a scuola, a sottolineare il modo in cui questi alunni vivono l’istituto e il rapporto che hanno con esso. Sembra proprio essere un chiaro esempio dell’importante ruolo che ha la scuola nel rompere tutte quelle discriminazioni basate sull’odio.

Anzi, in realtà, abbiamo molto più bisogno di una scuola di questo tipo, che ci insegni a ragionare e a porci le giuste domande. Abbiamo appena visto un esempio (da seguire) dove la religione viene “usata” per ragioni completamente opposte di quelle che siamo abituati a vedere, quindi non per stimolare l’odio, ma per insegnare ad amare il prossimo.
Verrebbe quasi da dire, che se 600 alunni e genitori riescono a convivere insieme tutti i giorni per tutta la durata dell’anno scolastico… forse, una convivenza tra popoli è più che possibile. E noi non possiamo che sperare che il messaggio di questa scuola e il suo modo di vivere la propria religione, riesca ad arrivare anche al di fuori dell’istituto.

Di Alice Nieri

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