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Provano a copiare all’esame: sospese per 3 mesi

È accaduto a Bologna e Rimini: due studentesse hanno provato in maniera molto originale a passare l'esame universitario ma, dopo essere state scoperte

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È accaduto a Bologna e Rimini: due studentesse hanno provato in maniera molto originale a passare l’esame universitario ma, dopo essere state scoperte, sono andate incontro ad una pena molto severa.

Di Lorenzo Santucci

Gli studenti si dividono in diverse categorie: ci sono quelli che studiano e che ottengono risultati che gratificano il sacrificio, altri che purtroppo non riescono ad ottenere quello che vorrebbero, altri ancora che, invece, non dedicando neanche troppo tempo sui libri riescono comunque ad arrivare all’obbiettivo, anche se spesso minimo. In quest’ultima categoria rientrano i così chiamati copiatori, i quelli spesso riescono ad ingannare i docenti. Ma non sempre gli va bene. A Bologna, ad esempio, una ragazza è stata sospesa per 3 mesi dall’Università per aver fatto fare l’esame a sua sorella.

Già, perché lei, come sostiene la falsa candidata che quando è stata scoperta è scoppiata in lacrime, non era troppo brava in inglese e non riusciva a passare la prova prima di laurearsi nella specialistica di “Progettazione e gestione dell’intervento educativo e nel disagio sociale”, nella facoltà di Scienze della formazione. Un errore che le è costato molto caro, una bravata che poteva essere benissimo risparmiata e che il senato accademico, organo che si esprime sulle sanzioni disciplinari degli studenti, ha deciso di punire senza appello.

Non solo: un altro caso simile è accaduto a Rimini. Stessa pena, infatti, è stata riservata alla studentessa che si è presentata all’esame cercando di copiare dal cellulare e con un auricolare nei capelli. La ragazza iscritta ad Economia dell’Impresa, a differenza della sua collega, non ha ammesso la colpa bensì ha inveito contro la commissione definendosi innocente e rifiutandosi di uscire. Anche in questo caso il senato accademico non ha fatto sconti. Sulla questione è intervenuto anche il pedagogista Luigi Guerra, il quale ha definito questi come interventi “necessari per dare un segnale”. Ci troviamo in un Paese dove è abitudine quella di guardare sempre chi ha fatto peggio di noi o chi non è stato giudicato in maniera opportuna e questo, secondo una logica insolita, ci rende come immuni a qualsiasi pena.

No, dobbiamo iniziare a riflettere a ciò che facciamo e quali conseguenze possiamo avere. Anche il caso della prima studentessa, che ha immediatamente riconosciuto lo sbaglio e chiesto scusa, non è tollerabile e non si può passar sopra: queste sanzioni devono servire da lezione. Copiare lo si è sempre fatto e lo si continuerà a fare, ma bisogna essere umili anche in quello.

Di Lorenzo Santucci

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