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Cresci bene che ritorno

Cresci bene che ritorno

Un professore 40enne di Forlì bacia una studentessa di 15 anni. Arrestato, è ora in carcere e sotto accusa di violenza sessuale. Di Giulia Pezzullo Al

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Un professore 40enne di Forlì bacia una studentessa di 15 anni. Arrestato, è ora in carcere e sotto accusa di violenza sessuale.

Di Giulia Pezzullo

Almeno una volta a tutti è capitato di sentirsi dire: “Stai attento, non dare confidenza agli sconosciuti”. È una frase di rito, molto sentita dai genitori che tengono all’incolumità dei propri figli e abbastanza noiosa per le orecchie di noi ragazzi. Però alla luce dei fatti che accadono quotidianamente, ossia stupri, violenze, atti di bullismo o rapine, il dubbio che forse mamma e papà abbiano ragione ci viene.

Inconsciamente (o forse con un po’ di sale in zucca) evitiamo stradine buie e quartieri malfamati, non giriamo di notte in parchi o da soli e cerchiamo sempre di non infilarci in brutte situazioni; dopotutto, abbiamo a cuore la nostra sicurezza: perché rovinarsi una serata (o, peggio, la vita) rischiando di finire nei guai? Il fatto è che a volte i pericoli si celano nei posti che meno ci si aspetta, in luoghi che dovrebbero essere punti di riferimento e porti sicuri. Uno per eccellenza è di certo la scuola. Sforzando la memoria per approdare alle pagine di cronaca di qualche tempo fa, si può ricordare di maestre d’asilo violente con i bambini, professori che prendono a male parole i ragazzi o preti che di ascoltare i peccati dei più giovani proprio non ne avevano voglia.

Sabato mattina scorso è accaduto a Forlì un evento spiacevole che ha coinvolto una ragazzina di 15 anni e il suo professore 40enne. Il docente, infatti, avrebbe baciato la studentessa durante un colloquio privato in un’aula che usava frequentemente per organizzare incontri con i suoi alunni per spiegazioni o lezioni aggiuntive.

Era noto, tuttavia, che le ragazze passassero molto più tempo rispetto ai ragazzi dentro quella stanza con sedie, scrivania e computer; la voce non ha tardato a spargersi e alcuni genitori, appresa la notizia, avevano allertato le forze dell’ordine che, per precauzione, avevano istallato delle telecamere di sorveglianza nella saletta. Proprio grazie alle videoregistrazioni, il docente è stato colto con le mani nel sacco (o con la bocca sulle labbra della ragazza); le immagini sono chiarissime e non c’è stato molto da indagare: l’insegnante è stato arrestato direttamente a scuola lo stesso giorno dell’accaduto. La squadra mobile di Forlì, sotto la guida del sostituto procuratore Laura Brunelli, sta attualmente continuando a seguire la storia in modo da capire se l’episodio sia stato isolato o faccia parte di una collezione di relazioni molto poco professionali tra il 40enne e le studentesse della scuola superiore coinvolta.

A sua discolpa, il professore ha dichiarato al Pm di essersi invaghito della giovane, che pensava essere, tra le altre cose, consenziente a quel bacio (è proprio il caso di dirlo) galeotto. Senza precedenti penali, il docente è difeso dall’avvocato Francesco Roppo e ha ammesso di aver baciato la ragazza ma di non aver avuto altri rapporti con le studentesse. Data l’età dell’allieva, il 40enne ormai in carcere dovrà rispondere di violenza sessuale aggravata e di abuso di autorità su minore. Accuse non lievi, che pregiudicheranno sicuramente la posizione del professore a livello sia lavorativo sia personale; la fedina penale si sporca di una tra le più brutte macchie che esistono e difficilmente tornerà ad uno stato di candida redenzione.

Ora mi chiedo: come è possibile che un uomo di 40 anni si dica invaghito di una bambina (perché di bambina stiamo parlando) di 15 anni? Se il suo bisogno è quello di soddisfare una fantasia sessuale, che vada alla ricerca di qualche donna matura in grado di placare il suo animo! E ancora mi domando: perché lo Stato non assume i professori, i maestri e tutto il personale della scuola dopo aver fatto degli accurati test psicologici e relazionali? Le menti delicate e plasmabili dei ragazzi più giovani non possono diventare landa desolata da ardere a piacimento di adulti che vogliono tornare indietro nel tempo e sentirsi ancora sulla cresta dell’onda.

Nessuno vieta loro di navigare a vele spiegate, ma ognuno dovrebbe nuotare in acque di altezze proporzionate alla propria condizione.

Di Giulia Pezzullo

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