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Allarme disoccupazione giovanile in Italia

Il 31,6 dei giovani è sprovvisto di un lavoro e molti altri inattivi, cresce la disillusione e lo sconforto. Di Ludovica Gentili Un futuro senza certe

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Il 31,6 dei giovani è sprovvisto di un lavoro e molti altri inattivi, cresce la disillusione e lo sconforto.

Di Ludovica Gentili

Un futuro senza certezze, un orizzonte ben delineato che segna marcatamente il confine tra loro e l’avvenire: questa la visione dei giovani di oggi, disillusi e senza entusiasmo nel constatare che posto per loro nel mondo del lavoro non c’è.

Da quanto emerge secondo un’analisi,

il tasso di disoccupazione in Italia sembrerebbe essere molto alto, all’incirca il 31,6%,

un numero elevato che porta a riflettere seriamente sulla risoluzione del problema. La Garanzia Giovani ha senza dubbio contribuito in modo positivo a sostenere questa situazione, tanto è che molti Stati Membri hanno tratto vantaggio sotto questo aspetto dal sostentamento economico fornito per correre in aiuto di tutti questi ragazzi inattivi e e senza impiego. C’è chi addirittura è sprovvisto delle basi necessarie per affrontare qualunque strada professionale, privo di studi alle spalle che abbiano in qualche modo formato l’individuo per una eventuale occupazione futura.

Per affrontare questa problematica di “istruzione” sarebbe necessario individuare politiche mirate e funzionali per inserire nella società tutti coloro che non studiano e non lavorano con il fine ultimo di prepararli ad un eventuale inserimento. Lo scoraggiamento di certo non aiuta, e sono in molti a provarlo, stanchi di trovarsi in un paese che poco offre sotto questo aspetto, bisognerebbe pertanto partire dalla radice del problema e offrire loro delle prospettive che facciano riemergere una speranza oramai dissolta nel tempo.

A Nord Ue, i disoccupati sono a breve periodo, ma se ci si dirige verso Sud le cose sono assai diverse, si parla di tempi lunghi e incerti.

Senza dubbio l’istruzione è l’arma vincente per poter quantomeno avere le basi fondamentali per addentrarsi in una qualunque realtà professionale. Pertanto ciò che ci auguriamo tutti, ma sopratutto l’invito che rivolgiamo come un chiaro grido di aiuto, è che qualcuno prenda a cuore la questione cercando di lavorare seriamente sulla ristrutturazione di questo profilo sociale per donare la speranza e la certezza che il futuro ci vede protagonisti.

Di Ludovica Gentili

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