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Molotov contro il dipartimento di Scienze dell’Università di Trento: “Cryptolab ricerca per la guerra”

Molotov contro il dipartimento di Scienze dell’Università di Trento: “Cryptolab ricerca per la guerra”

Nella notte tra venerdì e sabato all’Università di Trento, un laboratorio scientifico è stato dato alle fiamme. Erano le 4 di notte tra venerdì e sab

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Nella notte tra venerdì e sabato all’Università di Trento, un laboratorio scientifico è stato dato alle fiamme.

Erano le 4 di notte tra venerdì e sabato quando in un laboratorio della facoltà di Scienze dell’Università di Trento è scoppiato un incendio che ha arrecato diversi danni, all’aula e alle attrezzature, senza fare fortunatamente feriti. Ancora non si conoscono le dinamiche né gli autori del vile gesto, posto che probabilmente si tratta di un atto doloso, come dimostra il fatto che sulle mura esterne è apparsa una scritta che recita “Cryptolab ricerca per la guerra”.

Sarebbe, secondo le prime ricostruzioni, di un riferimento esplicito al progetto di collaborazione che l’università sta portando avanti per sviluppare sistemi di protezione e difesa dei dati e delle informazioni.
Purtroppo, per chi si ricorderà, non si tratta del primo spiacevole episodio a cui è soggetta l’Università di Trento, infatti poco tempo fa i bagni della facoltà di biologia furono rovinati con graffiti e la conferenza sul cyber-bullismo fu annullata a causa del “rischio e la possibilità di incorrere in gesti violenti e scontri ingiustificati all’interno di un luogo del Sapere come l’Università”.
Questa volta le autorità hanno intenzione di arrivare fino in fondo per trovare i colpevoli: sono state già acquisite le immagini di videosorveglianza e non si esclude nessuna ipotesi, nemmeno quella anarchica (che sembrerebbe la più probabile se si guarda alla scritta comparsa).
Nel laboratorio andato in fiamme lavorano molti giovani ricercatori, i quali dovranno ora restare lontani dalle loro attività, anche se le autorità intervenute tempestivamente sul luogo hanno cercato di minimizzare i danni e i dirigenti della facoltà stanno riportando alla normalità la situazione. “Ci siamo messi subito al lavoro per ripristinare la situazione”, ci tiene a sottolineare il rettore.
L’atto che ha colpito i reparti di fisica e chimica della facoltà di Scienze dell’Università di Trento è un atto vile, indegno di essere considerato come possibile dialogo con chi ha, legittimamente, posizioni diverse rispetto a quelle dell’università, in quanto si è trattato di un atto violento e come tale non in grado di ricoprire quei minimi essenziali che richiede uno scambio di opinioni civile, soprattutto in un ambiente universitario.
Sostiene questa posizione il rettore dell’Università di Trento Paolo Collini: “Chi ha compiuto questo gesto non conosce altro linguaggio che la violenza e la sopraffazione. Condanniamo chi vuole imporre in questo modo il proprio punto di vista. Il linguaggio che invece parlano la scienza e l’università è quello del dialogo, del confronto tra i diversi punti di vista. Trae la sua forza nella ricerca della verità, nei fatti e soprattutto nella ragione. Solo così, attraverso lo scambio di idee, è possibile un vero progresso”.
Chi ha compiuto un atto del genere, ancora da individuare, non merita di essere considerato in alcun dibattito, tantomeno di essere ritenuto una persona civile!

Di Lorenzo Maria Lucarelli

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