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Precauzione sul wi-fi a scuola: ci vuole criterio

Precauzione sul wi-fi a scuola: ci vuole criterio

Ci si chiede se le onde elettromagnetiche siano dannose per l'uomo; nel dubbio, meglio togliere la connessione senza fili. Di Giulia Pezzullo "Le onde

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Ci si chiede se le onde elettromagnetiche siano dannose per l’uomo; nel dubbio, meglio togliere la connessione senza fili.

Di Giulia Pezzullo

“Le onde elettromagnetiche sono pericolose, torniamo ai pc con fili. Non voglio che ci siano migliaia di morti come per l’eternit”. Sono queste le parole con cui Livio Tola, sindaco di Borgofranco ed esponente di Lista Civica, si esprime nei confronti del Piano Nazionale di Scuola Digitale e Buona Scuola per il quale sono stati stanziati consistenti fondi dall’Unione Europea. Il Ministero dell’Istruzione ha approvato un piano di finanziamenti fino al 2020 grazie al quale moltissime scuole italiane dovrebbero ricevere una dotazione di tablet e lavagne elettroniche ed essere connesse ad una veloce rete wi-fi, in linea con l’Agenda Digitale per l’Europa.

Tuttavia, come già accaduto in alcuni istituti a Roma e a Reggio Emilia, viene messo in discussione l’effetto delle onde elettromagnetiche sull’uomo, in special modo sui bambini. Sul web, come afferma anche il sindaco Tola, si può leggere di come il rischio sia apparentemente molto alto: mal di testa, vertigini e tumori sembrano essere causati proprio dall’eccessiva esposizione al cosiddetto ‘elettrosmog’; a tal proposito, il primo cittadino di Borgofranco ha deciso di eliminare la rete wi-fi dalle scuole elementari e medie e di tornare alla vecchia Adsl, avvalendosi del principio di precauzione. Questa sembra essere una scelta intelligente in quanto, poiché non si ha la certezza della non pericolosità delle onde elettromagnetiche, evita ai bambini di essere esposti inutilmente ad un possibile pericolo.

Nonostante la presumibile bontà delle intenzioni del sindaco, gran parte della popolazione di Borgofranco, compresa l’opposizione del Consiglio comunale, si allontana dalla sua decisione affermando che i ragazzi frequentano assiduamente luoghi pubblici (piazze, biblioteche, locali) in cui è presente una rete wi-fi. Sarebbe di fatto inutile eliminare la connessione dalle aule quando tutti gli studenti conducono una vita quasi totalmente gestita da Internet. Ad avallare questa tesi, contribuisce il parere di Daniele Trinchero, ingegnere del Politecnico di Torino specializzato nello studio di campi magnetici: “Un’apparecchiatura wi-fi ha una potenza di trasmissione che oscilla fra i 30 e i 40 milliwatt. Un cellulare, ne raggiunge 300. E se ce ne sono più di uno nella stanza, le frequenze si sommano”.

Questa dichiarazione è sufficiente ad affermare che lo sforzo di eliminare la connessione senza fili viene immediatamente vanificato dalla presenza anche del solo telefonino della maestra.
Un cane che si morde la coda, dunque. Fatto sta che, per ora, niente wi-fi a scuola.

Di Giulia Pezzullo

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