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Lavoro da iper-qualificati, compenso da sottopagati

Il MIUR cerca di formare le commissioni per il concorsone Buona Scuola per 750 euro lordi e 1250 ore di lavoro. La protesta dei dirigenti scolastici e

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Il MIUR cerca di formare le commissioni per il concorsone Buona Scuola per 750 euro lordi e 1250 ore di lavoro. La protesta dei dirigenti scolastici era questione di tempo.

Di Giulia Pezzullo

Concorsone Buona Scuola. Ancora lui e ancora disagi, stavolta per la commissione esaminatrice delle prove scritte e orali per l’assegnazione di quasi 64mila cattedre a livello nazionale.
Il MIUR, infatti, in vista dell’imminente data d’inizio del concorso (28 aprile 2016) si trova in difficoltà nel reclutare i commissari necessari alla correzione delle prove in quanto la retribuzione per 1250 ore di lavoro si aggira intorno a 750 euro lordi. Il compenso è irrisorio se si tengono in considerazione le qualifiche necessarie per entrare a far parte della commissione. Il ruolo maggiormente richiesto è quello di dirigente scolastico in quanto dovrebbe possedere tutti i requisiti necessari: dirigere una scuola che insegni qualcosa inerente alla classe di concorso per cui si partecipa, possedere dottorati di ricerca, diploma di perfezionamento e abilitazione scientifica nazionale a professore e aver svolto attività di ricerca scientifica. Inoltre, per effettuare il lavoro di presidente delle commissioni, la selezione è ancora più restrittiva dato il notevole impegno che richiede questa posizione. A tutto ciò, va aggiunto il fatto che non sono previsti esoneri di nessun tipo dal servizio in concorso a fronte di un carico di lavoro e responsabilità molto alto. L’attività di commissario, oltre a quanto appena scritto, è investita da un alta probabilità di denuncia da parte di quei docenti che ritengono di essere stati maltrattati durante le prove di concorso.

La situazione ha irritato non poco alcuni dirigenti scolastici siciliani che, capitanati da Giampiero Finocchiaro (preside dell’istituto Laura Lanzi di Palermo), hanno dato il via ad una protesta contro il metodo di compenso e lavoro nelle commissioni. “I presidi siciliani non sono in vendita. Che non si pensi di poterci utilizzare in maniera così umiliante al momento del concorso” afferma Finocchiaro. Alla Sicilia si sono unite altre regioni italiane, accomunate dal sentimento di rabbia e disagio di fronte alla situazione generata dal concorsone. Il MIUR si trova, a questo punto, in seria difficoltà tanto da inviare la richiesta di collaborazione in commissione anche ai docenti precari (che devono svolgere le prove) e a quelli in pensione ai quali si richiedono competenze digitali che, per ovvi motivi, non possono avere. Alla voce di protesta dei dirigenti scolastici si associano quelle del Movimento Cinque Stelle, che denuncia la gravità del comportamento del Ministero dell’Istruzione in merito alla gestione del concorsone e delle commissioni relative, e di Piero Pelù, cantante dei Litfiba, che sottolinea le richieste di aiuto che molti docenti gli hanno inviato. In opposizione, il PD replica affermando con ironia che Pelù non può avere voce in capitolo in quanto “di tutto quello che succede non ne sa un granché” (parole di Maria Coscia).

Alla fine dei giochi, in ogni caso, la fondata protesta dei dirigenti scolastici mette in luce per l’ennesima volta le falle della Buona Scuola e amplifica il senso di disagio del MIUR nell’essere in ritardo sulla tabella di marcia organizzativa. Senza la disponibilità dei professionisti, le commissioni regionali non possono essere chiuse. Renzi, per tentare una risoluzione pratica del problema, ha garantito che sarà vagliata la possibilità di aumento del compenso per il ruolo di commissario e di presidente in modo da evitare effetti collaterali che farebbero crollare l’impianto del concorso di assunzione.

Staremo a vedere.

Di Giulia Pezzullo

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