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Scuola alternativa? Ecco a voi l’insegnamento rovesciato

La Scuola italiana si svecchia, fioriscono nuove sperimentazioni di didattica alternativa. Barattereste il vostro banco di scuola per la vostra comoda

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La Scuola italiana si svecchia, fioriscono nuove sperimentazioni di didattica alternativa.

Barattereste il vostro banco di scuola per la vostra comoda scrivania? Il caffè della rumorosa macchinetta con quello della vostra familiare moka? E cosa ne direste se fra una lezione di matematica e una di italiano trovaste segnata nel vostro orario anche quella di danza?

Nel corso degli anni si sta diffondendo sempre più l’idea di una Scuola diversa, svincolata dagli schemi dell’insegnamento tradizionale.

Stiamo parlando di nuove modalità, molte delle quali riconosciute e autorizzate dallo stesso Miur.

A testimoniarlo sono i numeri, sempre in aumento, registrati del corso degli anni. Sono oramai 946 studenti, 262 della primaria, 339 delle medie e 341 delle secondarie, a gestire autonomamente l’aspetto scolastico, tramite soluzioni alternative fra cui lo studio in casa.

Per coloro che invece preferiscono le mura scolastiche, ma che desiderano vivere un’esperienza nuova e diversa, sono disponibili numerose soluzioni alternative che comprendono alcune sperimentazioni come scuole ad indirizzo internazionale o scuole composte da quattro anni al posto dei canonici cinque.

Fra gli esperimenti più riusciti che stanno scrollando di dosso la polvere alla Scuola italiana, quelle facenti capo al “flipped teaching”, ossia l’insegnamento rovesciato.

Addio compiti a casa e lezioni frontali e benvenuti pc, tablet, smartphone e lezioni video tutorial!

Già dal 2014 sono più di 120 le sezioni di scuola in cui si pratica questa innovativa didattica e sempre più sperimentazioni sono date da questa spinta rivoluzionaria.

Che dire, sicuramente una bella novità, che a detta dei molti studenti coinvolti in questo esperimento non farà che incrementare le possibilità della loro crescita didattica e personale.

E di questo sembrano sempre più convinti anche i loro genitori ed insegnanti.

Di Laura Messedaglia

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