Tempo di lettura: 3 Minuti

Parliamo di droga. Puntata 5: l’eroina

Parliamo di droga. Puntata 5: l’eroina

Quinta puntata della rubrica estiva di #FacceCaso, “Parliamo di droga“. Oggi affronteremo la lunga storia di Elisa... o meglio dell'eroina. Puntata n

Ucraina, a scuola impari a fare…la escort
Le Donne in Rete
Torna l’incubo Hiv tra i giovani: sotto i riflettori l’uso di droghe sintetiche

Quinta puntata della rubrica estiva di #FacceCaso, “Parliamo di droga“. Oggi affronteremo la lunga storia di Elisa… o meglio dell’eroina.

Puntata nel segno della musica questa settimana, per la nostra rubrica estiva “Parliamo di droga“. Parleremo di Elisa, la donna protagonista della canzone di Alice, scritta però da Franco Battiato, vincitrice a Sanremo nel 1981. La storia di questa femmina inizia in realtà molto tempo prima del noto festival. Addirittura alla fine dell’800. Ma lei non invecchia. Anzi, è negli anni ’70 e ’80 che conosce la sua seconda vita, entrando in contatto con molte generazioni di giovani. Eppure, stando alle parole musicate sul palco dell’Ariston, “non è nemmeno bella“.

Elisa ti plagia, ti toglie la dignità, dice la cantante in un verso. Fino al punto di non saper più fingere che manchi anche l’aria senza di lei. E, in effetti, continuare a far finta non ha molto senso. Dietro questo nome si nasconde l’allusione, nemmeno troppo velata, agli effetti dell’eroina.

Il nome deriva dalla parola tedesca “heroisch“, che vuol dire “eroico“. Ideata nei laboratori della Bayer, in Germania, nel 1897, inizialmente se ne ignoravano gli effetti collaterali e ciò portò a credere di aver scoperto un portentoso farmaco antidolorifico. Suo creatore fu il chimico Felix Hoffman. Curiosa, per altro, l’assonanza con l’Albert Hofmann, che una quarantina di anni dopo sintetizzò la LSD. Come quest’ultima, l’eroina è di origine sintetica, essendo derivata dal processo di acetilazione del principale alcaloide estratto dall’oppio: la morfina.

Molto raramente questa droga viene prodotta allo stato puro. Lo spaccio e il consumo avvengono solo dopo la tagliatura con altre sostanze. In base, quindi, alla percentuale di impurità presenti si classificano diversi tipi di eroina. È lo stesso principio già visto con l’ecstasy, ma con la differenza che gli effetti, più o meno mitigati, sono sempre gli stessi.

Gli effetti dell’eroina

L’azione è quasi immediata. Venendo iniettata direttamente nelle vene, raggiunge subito il cervello e stimola rapidamente sensazioni di benessere, euforia, riduzione dell’ansia e della depressione. L’intensità del rush, come viene definito in gergo, dipende dal dosaggio, ma generalmente dura pochi minuti prima di far largo ad uno status di calma, rilassatezza, soddisfazione e distacco da quanto succede all’esterno.

Questo è dovuto all’offuscamento delle funzioni cerebrali, comprese quelle che regolano la respirazione e i battiti del cuore. Infatti l’overdose porta alla morte il più delle volte per insufficienza respiratoria o per arresto cardiaco. Prima comunque sopravvengono accaloramento, secchezza della pelle e delle fauci, sensazione di nausea e pruriti compulsivi.

Agendo direttamente sul sistema nervoso centrale, l’eroina ne altera le capacità recettive. E, come per la cocaina, questo comporta crisi di astinenza e stati di dipendenza cronica. Non a caso, tra i vari effetti a lungo termine c’è la costante necessità di iniettarsi al più presto un’altra dose, già poco dopo che sono svaniti gli effetti della precedente. Per questo motivo, se non c’è a disposizione una siringa nuova, gli eroinomani utilizzano più volte la stessa. Anche passandosela tra diverse persone. Con conseguenze sulla diffusione di malattie, come l’AIDS.

Quando poi la crisi d’astinenza non viene placata con una pronta assunzione di una nuova dose, l’organismo, ormai assuefatto all’eroina, reagisce con sintomi di forte disagio, che possono durare anche fino a 72 ore. Si manifestano forti stati di agitazione, seguiti da dolori diffusi, crampi, naso gocciolante, tremori, panico, sudorazioni, brividi, diarrea, nausea e vomito.

Non per niente, nel ritornello della canzone si dice che senza Elisa vivere non è più vivere“. Chissà se ci sono performance canore che parlano anche di hashish? Appuntamento alla prossima settimana per scoprirlo.

#FacceCaso

Di Tommaso Fefé

COMMENTS

WORDPRESS: 0
DISQUS: 0