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Safarā, ecco il ritorno della band con un brano prodotto da Luca Vicini (Subsonica)

Safarā, ecco il ritorno della band con un brano prodotto da Luca Vicini (Subsonica)

Nuova relase per i Safarā, che dopo il singolo d’esordio, “Io, Modigliani”, torna oggi, venerdì 28 Luglio, con il nuovo singolo "animali". Dopo il

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Nuova relase per i Safarā, che dopo il singolo d’esordio, “Io, Modigliani”, torna oggi, venerdì 28 Luglio, con il nuovo singolo “animali”.

Dopo il singolo d’esordio, “Io, Modigliani”, i SAFARÃ tornano sulla scena con un nuovo singolo, “animali”, fuori venerdì 28 luglio, prodotto da Luca Vicini (Subsonica).

“animali” è una ballad da ascoltare al tramonto, una di quelle che ti accompagna nella brezza mentre cerchi di andare oltra il confine del mare, oltre la vastità dei pensieri che ci arrovellano la mente.

La presenza dei fiati rende tutto molto più “fatale”, una sentenza emotiva, rafforza la potenza della parola.

A vent’anni pensi di cambiare il mondo, ma è il mondo che ti cambia,
e siamo tutti uguali, tutti uguali, tutti uguali, gin tonic e ideali,
e non mi rompere i coglioni con meditazioni, siamo animali…

Quello che emerge ascoltando attentamente “animali” è il faro puntato dalla band su quella che ci piace definire “vita moderna”, intesa come una sorta di grandissimo luna park, fatto di luci bellissime che ci attraggono come insetti.

Il nuovo singolo dei SAFARÃ ’ è una presa di coscienza, che ci mostra quanto l’essere umano sia arrendevole verso la superficialità e la falsa gioia che contraddistingue la “vita moderna”.

Al tempo stesso “animali” vuole essere una provocazione, uno schiaffo in pieno volto verso chi si è spento, verso chi ha accettato tutto e non lotta per trovare una via d’uscita a questo fascio di luci che ci ipnotizza.

Chi sono i Safarā

Morla, Giulio, Federico, Tommaso. Sono una torta della nonna conservata nello zaino, e mangiata nel club più in voga di New York. Sono i Safarā. Parola araba dal significato profondo e magico, di viaggio e di scoperta. La loro musica varia dal funk al pop, toccando colori e sfumature di un quadro sempre in lavorazione, in un mix di elettricità e di pensiero. I loro testi vengono attraversati da domande, dubbi, certezze e incertezze. Tutto questo col sorriso di chi è consapevole che ogni scelta che si fa, in fondo è quella giusta. Un nostalgico viaggio nell’animo e nella mente, nel cuore e nello stomaco di chi ascolta i loro brani. Con interesse verso la natura e il mondo che ci circonda, il loro intento è affondare sempre più le proprie radici nel terreno. Più le radici sono salde e più i rami si possono allontanare, in cerca di altre storie coinvolgenti da mettere in musica.

La recente costituzione del gruppo si fonda su plurime esperienze nei contesti più disparati: Giulio Breschi (batteria) e Federico Bartoli (basso) collaborano da anni con il progetto Atacama che porta la loro musica strumentale in mezza Italia, nei live, nei teatri e in televisione, dove La 7 con “Non è l’Arena” e Rai 2 con “Chi l’ha visto?” ospitano le loro composizioni. Nel 2019 pubblicano il loro album «Siamo Senza Parole» edito dall’etichetta Level 42. Tommaso Raimondo (chitarra elettrica ) è impegnato invece in svariate esperienze da turnista, fra le più significative ricordiamo quella con Michele Beneforti, con cui apre il concerto di Robben Ford e Eric Gales nella cornice del Pistoia Blues e quella con Massimo Ceccherini, con cui collabora dal 2017 al 2019. Stefano Morlando (voce), ha fatto parte di alcune tribut band, esibendosi su palchi come il Viper Theatre di Firenze e il Capanno Blackout di Prato. La musica ha da sempre fatto parte della sua vita e fin da piccolo comincia a scrivere testi, immaginandosi un giorno di trasformarli in canzoni.

#FacceCaso

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