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Kinvolved: dagli Stati Uniti arriva un nuovo modo di comunicare a scuola

Kinvolved: dagli Stati Uniti arriva un nuovo modo di comunicare a scuola

In Italia è stato inserito in molte scuole il registro informatico, ma in America, a segnalare l’assenza dei ragazzi ci pensa un’app ideata da un’ex i

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In Italia è stato inserito in molte scuole il registro informatico, ma in America, a segnalare l’assenza dei ragazzi ci pensa un’app ideata da un’ex insegnante.

Miriam Altman, un tempo insegnante di Minneapolis, ha ideato Kinvolved al fine di monitorare la frequenza scolastica degli studenti, ed evitarne così la dispersione, soprattutto nei quartieri più a rischio delle città statunitensi.
Un centinaio di scuole negli Stati Uniti hanno adottato questo sistema di comunicazione, a New York ad esempio, in quartieri come Harlem, dove una partnership con i consorzi dei licei della scuola copre le spese dell’applicazione.
Il sistema funziona istallando Kinvolved nei cellulari dei professori delle scuole che utilizzano l’app. Di ogni studente viene creato un profilo sul quale vengono registrate assenze, cali di rendimento o miglioramenti circa l’andamento scolastico. Gli insegnanti stessi avvisano tramite degli “alert” i genitori, i quali vengono anche informati di eventuali attività extrascolastiche o progetti dell’istituto.

La startup di Miriam Altman nasce dall’idea di coinvolgere le famiglie dei ragazzi più “a rischio”: nei quartieri disagiati, è importante che i ragazzi siano consapevoli che i loro genitori sono informati della loro frequenza scolastica. Questo interesse da parte delle famiglie, può stimolare i ragazzi a fare meglio, a non sentirsi soli.
“Ai miei tempi –spiega Miriam- sapevo che i miei genitori avrebbero almeno ricevuto una telefonata a casa. Nelle scuole di New York che ho frequentato non accadeva: era frustrante.” Era necessario combattere la “rassegnazione e trascuratezza” delle famiglie.
Miriam conosce la sua socia, Alexandra Meis, durante un corso di specializzazione alla Robert F. Wagner Graduate School of Public Service dell’Università di New York e nel 2013 arrivano i primi finanziamenti per il loro progetto che, a oggi, registra importanti traguardi.
Il 90% degli insegnanti che usa Kinvolved ha dichiarato che grazie all’applicazione e al coinvolgimento delle famiglie a scuola, la comunicazione con i ragazzi è migliorata, così come l’approccio dei genitori con i figli. Patricia Greenfield, insegnante di psicologia dell’Università di Los Angeles, ritiene che l’avvicinamento alla tecnologia da parte dei genitori, li isoli di meno rispetto al modo di comunicare dei loro figli, una comunicazione virtuale e tecnologica a cui ora anche le famiglie possono prendere parte.
Ma l’applicazione ha potenzialità ancora non del tutto sfruttate: riesce ad interagire con i sistemi scolastici e confrontare dati di database molto ampi.
Problemi di ordine burocratico impediscono la divulgazione dell’uso dell’applicazione in diversi stati americani e bloccano l’idea di generalizzare la sua fruibilità, da sempre negli obiettivi di Miriam Altman.
Contenti gli insegnanti, i genitori, ma non gli studenti, violati nella loro privacy. Peccato però, che non possano farci niente: Miriam Altman ha pensato proprio a tutto ed infatti, la sua applicazione rispetta la rete di Student Privacy Pledge, una serie di norme per una corretta raccolta e utilizzazione dei dati a scopo educativo.

Di Silvia Noli

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