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Mein Kampf in edicola per conoscere meglio gli orrori del passato. E non ripeterli.

Mein Kampf in edicola per conoscere meglio gli orrori del passato. E non ripeterli.

Il Giornale sotto accuse per un “atto grave, privo di decenza”: ma se si scava a fondo probabilmente questo gesto un significato lo ha. Di Silvia Carl

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Il Giornale sotto accuse per un “atto grave, privo di decenza”: ma se si scava a fondo probabilmente questo gesto un significato lo ha.

Di Silvia Carletti

Il direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, ha preso un’iniziativa piuttosto particolare in prossimità dei tempi che stiamo vivendo: pubblicare insieme al suo quotidiano un’edizione speciale del Mein Kampf. Decisione originale o gesto poco adeguato? Il direttore ha spiegato che il libro è stato pubblicato appositamente per dare a tutti l’opportunità di comprendere meglio e osservare da vicino ciò che l’umanità ha subito, e non ripeterlo, a discapito di ciò che si crede e delle polemiche che ne sono scaturite. La comunità ebraica lo ha considerato un “gesto indecente”, e anche tra i leader politici non sono mancate accuse, tra le quali quelle del premier Renzi che su Twitter ha condannato l’iniziativa come “squallida e fuori luogo”.

“Non è un’operazione elettorale. Su una tragedia simile non si gioca, semmai è il contrario. Con certi venticelli che soffiano qua e là in Europa e nel Medio Oriente, serve capire dove si annida il male per non ripetere un errore fatale”. Così Sallusti controbatte a chi lo accusa di fare propaganda politica e di “strizzare l’occhio all’estrema destra”. La storia del nazismo è agghiacciante, è vero, ma non bisogna farne un tabù: il Mein Kampf, per quanto sia un testo difficile da accettare, è necessario per comprendere in che direzione si è mossa nel passato l’umanità. Moralmente chiunque di noi non riesce a concepire un testo simile, ma se si guarda con occhi “super partes” non si può rinnegare il valore di memoria storica che esso contiene: quanto meno, serve a riflettere su ciò che è successo, perché non c’è modo migliore di sconfiggere un nemico se non conoscendolo fino in fondo. Non bisogna farsi spaventare da un titolo che tradotto significa “la mia battaglia” e che la dice lunga su ciò che il mondo si è trovato a combattere: penetrare l’ideologia che traspira da quelle pagine e riconoscerne gli errori non significa abbracciare quel tipo di pensiero, ma capire come un uomo ha potuto piegare il mondo al suo volere. E alla luce dei fatti attuali, potrebbe essere anche un modo per evitare che alcune cose possano verificarsi nuovamente. Dobbiamo chiederci piuttosto quale messaggio arriverà al pubblico, e se saprà accoglierlo con lucidità.

Ricordiamoci che questo non è un invito ad agire, ma a riflettere e crescere un senso critico della storia, del bene e del male che l’hanno segnata.

Di Silvia Carletti

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