I ragazzi italiani hanno perso la curiosità e l'intraprendenza di inseguire ciò in cui credono. Parla un 35enne che, a malincuore, ha trovato fortuna
I ragazzi italiani hanno perso la curiosità e l’intraprendenza di inseguire ciò in cui credono. Parla un 35enne che, a malincuore, ha trovato fortuna in America.
Moltissimi ragazzi, per realizzazione i propri sogni, lasciano la cara Italia per approdare su terre più ricche di opportunità. Quella per eccellenza è l’America: ci sono andati i nostri avi in un’epoca non poi così lontana e ora ci andiamo noi, generazione perduta che mamma Italia maltratta sotto molti punti di vista. Nel nostro Paese non c’è spazio per l’innovazione, per la ricerca e per lo sviluppo mirato all’aumento delle possibilità per i giovani. I ragazzi, spesso, sono abbandonati a loro stessi e l’idea migliore sembra essere quella di cercare la fortuna di una vita altrove.
Pasquale Sansone ha 35 anni ed è originario di Bari ma, ormai, vive a New York perché lì è riuscito a coronare il suo sogno di diventare un oncologo e ricercatore per la lotta al tumore al seno.
Dopo gli studi in Italia, il suo lavoro di ricerca all’ospedale di Sant’Orsola è stato notato dal suo attuale capo, il quale lo ha assunto solo per i risultati che aveva ottenuto fino a quel momento e senza neanche conoscerlo. Pasquale sottolinea come il lavoro in America sia del tutto differente da quello italiano: “Se lavori al di sotto di un certo standard ti mettono da parte. Devi fare tutto da solo, per questo il rischio di fallire è molto alto“.
Il giovane ricercatore pone l’attenzione anche al fatto che a New York esiste una grande competizione tra i lavoratori. Non si può mai stare tranquilli e questo stare costantemente sul filo del rasoio rende i ragazzi più combattivi e più sicuri di ciò che vogliono ottenere. Infatti, un problema della generazione italiana dai 18 ai 30 anni è quello di non sapere cosa fare della propria vita e, soprattutto, come muoversi nella giungla torbida del sistema lavorativo dello Stivale. Sansone dice che i ragazzi non hanno più curiosità e volontà di impegnarsi e afferma anche che non possono averle in quanto il nostro Paese sta rovinando un’intera generazione.
“È brutto essere costretti ad andarsene per costruire qualcosa che vorresti fare in Italia” dice Pasquale; poi aggiunge: “Io ai ragazzi consiglio di partire, almeno per qualche anno, per poter riaccendere quella miccia di curiosità e di volontà che oggi non vedo più“. I nuovi fronti di scambio culturale e sociale, che si relazionano agli aspetti lavorativi, non possono far altro che migliore l’approccio che i giovani hanno nei confronti del mondo. La conoscenza di ciò che esiste e delle possibilità di cui tutti noi potremmo usufruire è una grande e potente arma per l’affermazione positiva di se stessi sul pianeta.
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