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200€ in più per i dottorandi: la petizione degli studenti è già a 1.600 firme

200€ in più per i dottorandi: la petizione degli studenti è già a 1.600 firme

La raccolta non si ferma e sarà attiva ancora in tutti gli atenei fino al 28 settembre, quando le sottoscrizioni saranno consegnate alla camera dei de



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La raccolta non si ferma e sarà attiva ancora in tutti gli atenei fino al 28 settembre, quando le sottoscrizioni saranno consegnate alla camera dei deputati.

Si definiscono i “nuovi sottoproletari” della ricerca: sono i ventimila settecento ragazzi dottorandi sparsi per le novantuno università italiane, che da dieci anni sono costretti a doversi accontentare di un migliaio di euro al mese. Questo li rende fra i meno pagati d’Europa, molto più in basso dei colleghi d’oltralpe.

Solo negli ultimi anni la Statale di Milano e la Bicocca sono riuscite ad alzare per i ricercatori la paga a 1.200 euro al mese, ma le altre università rimangono ad un livello troppo basso, specie rispetto agli standard internazionali.

E la questione fa infuriare ancora di più i ricercatori italiani se si pensa che l’Università di Bologna offre borse di studio di Diritto a stranieri di 33.600 euro, con la motivazione di voler incentivare le iscrizioni anche dall’estero.

Gli studenti europei sono infatti abituati a ben altri stipendi, e non verrebbero a studiare in Italia con una paga così bassa come la nostra.
Quest’estate però i dottorandi italiani, partendo da Milano, hanno deciso di dire ‘basta!’, cominciando a raccogliere in tutti gli atenei firme per chiedere di aumentare di duecento euro tutte le borse di studio italiane.

La raccolta è ora a 1.600 firme, i fogli di sottoscrizione continueranno a girare per le sedi di tutta italia e saranno consegnati il 28 settembre alla Camera dei Deputati. Si è stimato che una richiesta del genere verrebbe a costare intorno ai 70 milioni di euro.

Giulio Formenti, rappresentante dei dottorandi alla Statale di Milano, ha quindi chiesto al ministro dell’istruzione Fedeli che l’intervento non sia riservato a poche università, ma che benefici tutti gli atenei del paese e che si attivi in maniera uniforme per la crescita della scuola italiana.

In questo modo, sostiene Formenti, l’istruzione Italiana e il livello delle università cresceranno fino a poter competere anche con quelle europee, che ora come ora sono anni luce avanti le nostre.

#FacceCaso

Di Alessandro Luna

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