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Non chiamateci sfaticati

Non chiamateci sfaticati

Secondo un recente studio i giovani sfaticati sono sempre meno ma molti di loro hanno dubbi sul proprio futuro. Ci chiamavano sfaticati ma sfaticati

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Secondo un recente studio i giovani sfaticati sono sempre meno ma molti di loro hanno dubbi sul proprio futuro.

Ci chiamavano sfaticati ma sfaticati non lo siamo affatto. È vero, alcuni di noi hanno difficoltà a trovare lavoro perché poco intraprendenti ma stando ad un recente studio statistico la maggior parte dei ragazzi non appartiene di certo alla categoria dei fannulloni.

Un diplomato su due, infatti, ha regolarmente lavorato durante gli studi. Niente di impegnativo certo, nella maggioranza dei casi si tratta di lavoretti occasionali o di impieghi estivi ma sempre meglio che stare a casa a poltrire.

Le percentuali più alte si registrano tra gli studenti degli istituti professionali. D’altronde per loro la mole di studio è decisamente ridotta rispetto a quella dei liceali e perciò alla fine hanno più tempo libero da dedicare ad attività extra-scolastiche.

Capitolo Alternanza Scuola-Lavoro: da quando è stata istituita non ha fatto che ricevere critiche e gliene sono state dette di pesta e di corna. Nonostante ciò, a distanza di due anni dall’introduzione della legge, il 70% degli studenti che hanno svolto attività di questo tipo la valutano positivamente.

Lo avreste mai detto? E se l’intraprendenza sempre più crescente con cui i giovani vanno a caccia di esperienze lavorative fosse una conseguenza, tra le altre cose, dell’Alternanza Scuola-Lavoro che viene fatta nei licei e negli istituti tecnici e professionali?

Se così fosse potremmo dire che per una volta il Ministero ha fatto centro e ha contribuito a trasformare una generazione di presunti sfaticati in un gruppo di ragazzi costantemente impegnati nella ricerca di avventure lavorative.

D’altronde non potremmo chiamarle altrimenti. Come abbiamo detto, infatti, si tratta nella maggior parte dei casi di lavoretti occasionali, per mettere da parte qualche soldo per gli studi universitari magari.

Una parte (13%) di questi giovani “lavoratori” , però, nonostante l’intraprendenza, non sa ancora cosa vuol fare da grande. Il 34% di loro, poi, si è addirittura pentito della scuola scelta, una scelta che in Italia viene forse fatta troppo presto.

D’altronde a 13/14 anni, quando finiamo le scuole medie, alcuni di noi non sono ancora totalmente consapevoli dell’importanza della scelta che stanno per fare. Aggiungere un ulteriore anno di scuole medie come hanno fatto in Francia potrebbe aiutarci ad avere una maturità maggiore al momento della scelta della scuola superiore giusta per noi.

Si lo so, ho appena proposto un anno di scuola in più ma forse è un sacrificio necessario se vogliamo evitare di passare tutta la vita a pentirci della scuola scelta e a fare lavoretti estivi, non credete?!

#FacceCaso

Di Gabriele Scaglione

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