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Amicizia alunni-insegnanti, per la Fedeli guai a chi ci casca

Amicizia alunni-insegnanti, per la Fedeli guai a chi ci casca

La ministra Valeria Fedeli ha severamente condannato i rapporti di amicizia tra prof e studenti. Ma è davvero sbagliato? Quest'amicizia non s'ha da f

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La ministra Valeria Fedeli ha severamente condannato i rapporti di amicizia tra prof e studenti. Ma è davvero sbagliato?

Quest’amicizia non s’ha da fare. Secondo la Ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli qualsiasi rapporto di amicizia tra alunni e docenti “è totalmente inopportuno” e rischia di compromettere seriamente la deontologia professionale degli insegnanti.

Per questo motivo la Fedeli impone una punizione esemplare a chi oltrepassa il limite nel rapporto con gli studenti: il licenziamento. Un ragionamento che non fa una piega ma forse andrebbe chiarito anche cosa si intende quando si parla di amicizia tra professori e alunni.

La definizione di amicizia, stando alla celebre enciclopedia Treccani, è: “vivo e scambievole affetto tra due o più persone”. Ma qualunque essere umano dotato di sentimenti potrebbe facilmente affezionarsi a dei ragazzi che vede crescere nell’arco di un intero percorso scolastico.

Questo, però, non vuol dire necessariamente cadere nella non imparzialità di giudizio. Anzi, spesso conoscere il lato umano dei propri studenti può aiutare i docenti a tracciare un quadro ancora più preciso di chi si ha di fronte.

Il discorso cambia quando l’affetto si trasforma in altro, quando il professore sfrutta la sua posizione per soddisfare i suoi desideri sessuali nei confronti di un’alunna (o di un alunno se si tratta di una professoressa).

Di recente un caso di questo tipo è avvenuto a Riccione, dove un insegnante di 45 anni aveva inviato ad una sua studentessa 15enne degli audiomessaggi contenenti esplicite richieste sessuali. L’episodio in questione ci fa riflettere anche su ruolo dei social network nei rapporti tra alunni e prof.

Alcune scuole hanno infatti impedito ai propri insegnanti di accettare le richieste d’amicizia degli alunni su Facebook. Ma una piattaforma come quella ideata da Zuckerberg può essere utile ai docenti per condividere materiale didattico o chiarire alcune cose spiegate a lezione.

Dunque perché vietarlo a prescindere? Per quale motivo dovremmo impedire l’utilizzo dei social network agli insegnanti che li sfruttano a scopi scolastici? Forse dovremmo farci un’altra domanda: perché dobbiamo sempre pensare male?

Insomma, giusto porre dei limiti al rapporto tra alunni e professori ma occorre definirli questi limiti. Se parliamo di amicizia si può facilmente fraintendere e il professore potrebbe pensare che persino prendere parte ad una cena di fine anno può essere rischioso per il suo posto di lavoro. No agli eccessi dunque, ma in entrambe le direzioni.

#FacceCaso

Di Gabriele Scaglione

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