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Alla scoperta de la bestia CARENNE: domenica 4 febbraio live a Le mura

Entriamo in una dimensione fatta di equilibri complessi eppure fertili, dove il suono non è lucidato a puntino ma nemmeno troppo lo-fi e la bestia si

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Entriamo in una dimensione fatta di equilibri complessi eppure fertili, dove il suono non è lucidato a puntino ma nemmeno troppo lo-fi e la bestia si nutre di molteplici pietanze. #FacceCaso.

Una proposta musicale originale. Un’intervista cotta e mangiata. Oggi ti parlo de la bestia CARENNE, già dal nome tutto un programma. Domenica 4 febbraio non prendere impegni perché dalle 21.00 in poi suonano a Le mura. Pronto per entrata in contatto con la bestia?

Entriamo in una dimensione fatta di equilibri complessi eppure fertili, dove il suono non è lucidato a puntino ma nemmeno troppo lo-fi e la bestia si nutre di molteplici pietanze. #FacceCaso.

  • La bestia CARENNE, chi siete, cosa fate, da quale universo venite ma soprattutto perché vi chiamate così?

Carenne è il nome della bestia, un’entità senza tempo formata da pezzi di individualità provenienti dai più disparati retroscena, la cosa che ci unisce è senz’altro la necessità di fare musica a tempo pieno e la volontà di farlo seguendo modalità di produzione che consideriamo giuste.

Siamo stati tra i primi gruppi del Sud Italia ad intraprendere un discorso sul Creative Commons, e sebbene all’inizio sia stata molto dura, oggi, alla pubblicazione del nostro terzo disco, non potremmo dirci più soddisfatti.

  • Noi di FacceCaso siamo particolarmente affezionati al Monk. La prossima volta che passate per Roma, come minimo venite a trovarci in radio. Come mai da queste parti? Raccontateci un po’ del vostro tour.

Saremmo felicissimi di essere ospiti del Monk e della vostra radio appena ce ne sarà l’occasione. Intanto siamo in giro a presentare il nostro ultimo lavoro, Coriandoli, uscito per Bulbart a Febbraio 2017. Abbiamo già girato un bel po’ toccando le principali città italiane, da Milano a Palermo, in auto, come piace fare a noi, e ovviamente non abbiamo nessunissima intenzione di fermarci.

  • Entriamo nel vivo della vostra musica. Come definite il vostro genere? Che tipo di storie vi piace raccontare?

Definire il nostro genere è sempre la parte più difficile quando rilasciamo interviste. Forse cerchiamo di sfuggire da stilemi troppo cristallizzati per evitare la sensazione di essere la sede di un franchising. Quindi, nonostante scriviamo canzoni, cerchiamo di pensarle a modo nostro, di destrutturarle e ristrutturarle senza imporci limiti stilistici, manteniamo alti così i livelli di adrenalina e il tasso di rischio.

In particolare il nostro ultimo lavoro ruota attorno al concetto delle prigionie, che siano esse fisiche, mentali, politiche o emotive. Il titolo Coriandoli è un chiaro riferimento al carnevale, il giorno dove attraverso il paradosso e la sovversione degli equilibri di potere si affermano più chiare e ineluttabili le gerarchie.

  • Due nomi a testa di Big che vi hanno ispirati.

Non ci piace pensare al nostro processo creativo come un’emanazione che abbia un punto di partenza e uno d’arrivo, ma preferiamo pensarci parte di un flusso formato da tante personalità con cui ci confrontiamo e ci intersechiamo di continuo. Ascoltiamo continuamente musica di ogni tipo durante i nostri viaggi in giro per l’Italia, a seconda di quello che sentiamo cambiamo spesso, anche in maniera radicale, il modo di suonare le nostre stesse canzoni.

E quindi, sebbene la matrice originaria sia chiaramente cantautorale (Dalla, Battisti, De Andrè) nel nostro modo di pensare la musica contribuiscono ognuno a suo modo artisti come Algiers, Timber Timbre, Tinariwen, King Krule, Floating Points, ma anche C’mon Tigre, Marc Ribot, Noir Desir e la lista potrebbe continuare all’infinito.

  • Progetti per il futuro?

Senz’altro portare questo disco alle orecchie di quante più persone possibili.

Portarcelo fisicamente, in spalla, per ricevere responsi e condividere emozioni, favorire scambi attivi e reali. Riflettere poi sulle critiche, perché il tacito consenso numerico dei totalizzatori di views e likes non ci ha mai soddisfatto.

E poi un altro disco, sicuramente, ci stiamo già pensando…

Bestie, è stato un piacere conoscervi. Menzione speciale ad Eleonora Iacovelli che ci ha presentati. Un mega in bocca al lupo per domenica. Vi aspettiamo a Radio Kaos Italy.

#FacceCaso.

Di Francesca Romana Veriani 

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