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Sciopero docenti per la sessione estiva, si salvi chi può!

Sciopero docenti per la sessione estiva, si salvi chi può!

Lo sciopero avrà le stesse modalità del primo e prevederà l'adesione di 10.580 fra docenti e ricercatori. #FacceCaso. Allarme rosso per tutti gli stu

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Lo sciopero avrà le stesse modalità del primo e prevederà l’adesione di 10.580 fra docenti e ricercatori. #FacceCaso.

Allarme rosso per tutti gli studenti universitari: i professori proclamano un nuovo sciopero degli appelli mettendo a rischio gli esami estivi.

La causa risiederebbe nel mancato riconoscimento degli scatti stipendiali. Come si legge nell’articolo del 21/02/2018 di Repubblica, il governo con la legge di bilancio non ha risposto in maniera soddisfacente alle richieste avanzate.

Ma questa volta la piattaforma si allarga anche al diritto allo studio, con la richiesta di 80 milioni per le borse agli studenti meritevoli, e ai concorsi per professori associati e ordinari.

Lo sciopero avrà le stesse modalità del primo e prevederà l’adesione di 10.580 fra docenti e ricercatori. Salterà uno dei due appelli previsti nella sessione estiva. I docenti che aderiranno allo sciopero, saranno disponibili a tenere un appello straordinario solo per laureandi e studenti Erasmus.

Come accadde per imprimo sciopero, il dramma è che le adesioni sono destinate a crescere. Il nuovo sciopero potrebbe arrivare a coinvolgere oltre 11mila docenti.

“Al centro della questione non ci sono solo gli scatti stipendiali”, spiega il professore Carlo Vincenzo Ferraro, docente al Politecnico di Torino.

Questa volta la richiesta è molto chiara: 6mila concorsi per professore associato, per sanare la situazione di 14mila ricercatori a tempo indeterminato, altri 4mila concorsi per ordinario e altrettanti concorsi per ricercatori a tempo determinato.

“L’università ha bisogno di nuove leve e occorre dare una soluzione forte al precariato. Nella legge di stabilità per il 2018 è stata data una soluzione al problema solo parziale e insoddisfacente. Noi non chiediamo aumenti degli stipendi: chiediamo solo che lo sblocco parta non dal primo gennaio 2016, bensì dal primo gennaio 2015, e con il riconoscimento giuridico degli anni 2011-2014, come è stato fatto per tutti gli altri dipendenti pubblici. Chiediamo inoltre che venga sanata una ingiustizia sugli scatti perpetrata ai danni dei docenti assunti dopo l’entrata in vigore della legge Gelmini”. Conclude Ferraro.

#FacceCaso.

Di Francesca Romana Veriani 

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