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Storia di un’arma di distruzione di massa: l’ esame di maturità

Storia di un’arma di distruzione di massa: l’ esame di maturità

Da quest’anno scolastico l’ esame di maturità, tramite la riforma pensata dall’ex Ministro Fedeli prima e attuata dall’attuale Ministro Bussetti poi,

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Da quest’anno scolastico l’ esame di maturità, tramite la riforma pensata dall’ex Ministro Fedeli prima e attuata dall’attuale Ministro Bussetti poi, subirà un netto cambiamento che segnerà la storia dell’istruzione italiana. Ripercorriamo le tappe che hanno portato l’esame di Stato ad essere l’incubo di ogni studente.

Per risalire al primo esame di maturità bisogna tornare indietro di quasi un secolo, 96 anni per l’esattezza. Nel 1923 in Italia sbocciò il movimento politico che detenne lo scettro per circa venti anni, il famoso “ventennio fascista”, e l’allora Ministro dell’Istruzione Giovanni Gentile decise di istituire l’esame a conclusione degli anni di scuola superiore.
L’esame era costituito da quattro prove scritte e l’orale con una commissione esclusivamente composta da insegnanti esterni.

Vedendo i pochi risultati positivi e a causa della guerra si decise, nel 1943, di alleggerire il tutto: il Ministro Giuseppe Bottai sostituì l’esame con uno scrutinio finale.

Gli anni ’50 e ’60

Questa modifica ebbe vita breve visto che nel 1952 il Ministro Guido Gonella rimise in vigore l’esame stile Gentile con l’unica accortezza di inserire nella commissione un membro interno e ridurre il programma d’esame.
Nel 1969 la svolta la diede il Ministro Fiorentino Sullo che con la sua legge 119 rivoluzionò completamente il sistema: due prove scritte, due materie per la prova orale (una a scelta dell’alunno) e punteggio espresso in sessantesimi.

Gli anni ’90

Nel 1994 il Ministro Francesco D’Onofrio si limitò semplicemente ad introdurre nuovi criteri per la nomina di presidenti e membri esterni della commissione.
La chiave di volta arrivò nel 1997 con il ministro Luigi Berlinguer: qui si impostò l’esame per come è conosciuto oggi. In primo luogo decise di cambiare il nome della prova finale da “maturità” in “esame di Stato”; le prove scritte divennero tre, di cui la terza basata su tutte le discipline; punteggio in centesimi e commissione composta da 6/8 membri (metà interni e metà esterni).

Gli anni 2000

Negli anni 2000 vengono apportate piccole migliorie fino ad arrivare allo stravolgimento firmato Fedeli-Bussetti: per essere ammessi all’esame basta la media del sei, eliminazione della terza prova ed esame orale basato sul progetto scuola-lavoro.
Al momento non sappiamo se questa modifica sarà un flop o meno. Quel che sappiamo è che un’altra volta la storia è stata scritta. Con tutti i cambiamenti, l’esame di Stato rimarrà sempre un’arma di distruzione di massa.

#FacceCaso

Di Tommaso Marsili

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