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La storia di Basir: laureato e scappato dall’Afghanistan, sogna lo scudetto del Napoli

La storia di Basir: laureato e scappato dall’Afghanistan, sogna lo scudetto del Napoli

Basir è un afghano scappato dal suo paese. Ha conseguito un dottorato in Italia e ora sogna lo scudetto del Napoli. Questa è la sua storia. Sull'ediz

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Basir è un afghano scappato dal suo paese. Ha conseguito un dottorato in Italia e ora sogna lo scudetto del Napoli. Questa è la sua storia.

Sull’edizione odierna on line di Repubblica è raccontata la storia di Basir Ahmad Asift. Giovane afghano di 32 anni, neo dottorato all’università della Campania, Luigi Vanvitelli. Ha discusso una tesi sul ruolo delle istituzioni nello sviluppo dell’economia indiana e di quella pachistana. Per farlo è dovuto andare ben oltre la fatica dello studio e della ricerca.

È arrivato in Italia come profugo, tra mille peripezie, poco più di cinque anni fa. Scappava dall’Afghanistan perché lì veniva perseguitato per le sue idee troppo occidentali. Poco più che venticinquenne aveva già una cattedra dove insegnare. Nel suo paese a causa della guerra, mancano i professori. Ma il suo lavoro era osteggiato per via di quello che inculcava nella mente dei suoi studenti. Mentalità europea, libertà di pensiero, voglia di scoprire il mondo. In pratica tutto quello che ai talebani fa più paura in assoluto.

“I talebani ti vogliono uccidere. Sei nella lista perché stai cercando di cambiare la mentalità degli studenti. Stai parlando bene dell’Europa e degli europei”

Questo è il monito che un giorno ricevette da uno dei suoi studenti. Di un centinaio che ne aveva, almeno una ventina avevano contatti con le bande talebane. Poco dopo, uno dei suoi ragazzi fu fatto saltare in aria con tutta la macchina.

Prima di decidere di affrontare l’inferno delle rotte migratorie, Basir era già stato in Europa. Aveva trascorso 3 anni in Germania per un master, mentre studiava all’università di Kandahar. Questa volta però ci è dovuto tornare clandestinamente. E così si è ritrovato a Caserta. Non aveva documenti, ma era riuscito a portare con se qualche risparmio della sua vita precedente.

All’inizio ha alloggiato per qualche tempo in affitto, pagando prezzi esorbitanti, ovviamente senza contratto. Se fosse andato in un centro d’accoglienza lo avrebbero rispedito indietro. Dopo qualche tempo ha conosciuto una ragazza italiana. Oggi è la sua fidanzata. Lo ha aiutato con la lingua e lo ha assistito nel percorso necessario all’ottenimento del diritto d’asilo.

“E’ stata lei ad aiutarmi a trovare dove fare un corso per imparare l’italiano. L’ho trovata a Caserta presso l’istituto di scienze religiose di don Nicola Lombardi, il parroco del Duomo di Caserta. Avevo finito i soldi. Don Nicola mi ha dato la possibilità di vivere in una stanzetta nel suo ufficio.  Mangiavo con i preti del seminario. Ho imparato la lingua e a settembre di quell’anno ho lavorato come interprete in vari centri di accoglienza.

Dopo due anni mi sono trasferito a Santa Maria Capua Vetere. Ho lavorato con l’Arci Caserta, con l’associazione “Nero e non solo” come interprete a chiamata, in varie centri di accoglienza di tutta la Campania.  Nel 2015 ho fatto la domanda per il dottorato e poi ho vinto il concorso al dipartimento Jean Monnet di Caserta. Nel frattempo ho lavorato anche tre mesi con Medici senza Frontiere, come interprete e mediatore culturale”.

Ora Basir vuole restare in Italia. È rimasto legato alla città che lo ha accolto e da Napoli. Adora il modo di vivere partenopeo, la cultura popolare, il cibo e, inevitabilmente, il calcio. È diventato un super tifoso del Napoli e va spesso a vedere le partite.

“Il mio sogno? Stabilirmi a Napoli con la famiglia che voglio costruire e vedere vincere lo scudetto al Napoli”

 

#FacceCaso

Di Tommaso Fefè

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