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Maturità: alcuni giovany ci raccontano com’è andata

Maturità: alcuni giovany ci raccontano com’è andata

Gli studenti che hanno affrontato la Maturità, ci raccontano come hanno vissuto il nuovo esame di Stato, prima e dopo esserci passati. Chi lo sa co

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Gli studenti che hanno affrontato la Maturità, ci raccontano come hanno vissuto il nuovo esame di Stato, prima e dopo esserci passati.

Chi lo sa com’è stata questa Maturità?

Anna, Elisa, Flavia, Giorgio ed Emma fanno parte del mezzo milione di maturandi che quest’anno si sono sacrificati per la prima volta al nuovo sistema di maturità.

Per prima cosa sottolineano il problema della mancanza di poche indicazioni chiare fino a poco tempo prima dell’esame. Vi erano molte incognite sia per gli studenti che i docenti, ma bisognava aspettare le decisioni del MIUR. In particolare, è stato poco corretto il fatto di aver cambiato più volte durante l’anno le “regole” dell’esame.

“Tutto ciò ha disorientato molto a tutti!”,

afferma Giorgio.
“Queste imprecisioni, ammette Anna, “mi rendevano all’inizio molto scettica sulla nuova maturità. Ora che l’ho svolta, invece, trovo questo sistema molto più brillante rispetto a quello vecchio, perché permette di capire la preparazione e la genialità del singolo studente. Da quest’anno, non ci si è basati solo sulla conoscenza oggettiva dello studente, ma anche sulla sua capacità di collegare le varie materie e sviluppare sul momento gli argomenti a fine di costruire un discorso ben strutturato.Dall’altra parte, però, l’eliminazione della tesina, elaborata e curata dallo studente in base ai suoi interessi, ha tolto un aspetto personale, anche molto importante.”

Preoccupazioni e tempistiche d’esame

Elisa racconta, divertita, di come l’ansia di ricevere maggiori chiarimenti, sempre più grande man mano che i mesi passassero, ha diviso la classe in chi cercava disperatamente di fare supposizioni sulla nuova modalità di maturità e chi, invece, si rassegnava ad aspettare più o meno pazientemente. In seguito, ci ricorda con precisione le tempistiche: ”Verso dicembre circa abbiamo ricevuto le prime direttive , mentre verso gennaio abbiamo saputo le materie esterne ed interne e più tardi ci hanno spiegato in maniera più chiara come si sarebbe svolto l’esame di Stato.” Prosegue dicendo: “A primo impatto non eravamo contentissimi, soprattutto i professori, che si sono trovati davanti ad un metodo di fare lezione e di indirizzare l’esame stesso totalmente diverso dal solito. La novità delle buste mi ha sempre spaventata un po’, però alla fine ho visto che dipende tanto da quale busta ti esce (se un argomento in cui ti senti sicuro o meno) e la commissione d’esame. Ad esempio, la mia era molto tranquilla e metteva a proprio agio i maturandi, quindi non c’era un clima freddo e distaccato.”

Il focus sulla commissione

Sempre sulla commissione, a cause delle diverse indicazioni date ai docenti, ancora poco chiare il giorno dell’esame, Emma dice:In alcune commissioni, nonostante gli alunni collegassero tutte le materie allo spunto fornito dalla busta, i professori facevano molte domande anche non inerenti agli argomenti precedentemente trattati dai ragazzi. Invece, in altre commissioni, anche se i ragazzi non collegavano tutte le materie alla busta, i prof non facevano nessuna domanda, quindi se non collegavi scienze, non te la chiedevano proprio.  Perciò ogni commissione ha agito in maniera diversa e si sono create grandi disparità da una commissione all’altra. In alcune l’esame era alla fine simile all’anno scorso, dove intervenivano spesso i professori, in altre eri solo tu a parlare.”  

Cittadinanza e costituzione

Ciò che ha convinto anche poco in questa maturità è stato l’argomento sulla cittadinanza e la costituzione, materia mai stata insegnata o discussa in aula, e comunque inserita nel programma d’esame, oltretutto troppo tardi. Neanche gli stessi professori sapevano bene come o in quale contesto dovesse essere domandata. Se non fossi riuscito ad integrarla nel tuo discorso orale, allora magari ti avrebbero fatto loro qualche domanda, ma passando così d’improvviso ad un altro tema che non si ricollegava per nulla con quanto detto finora durante l’esame.

La seconda prova

Inoltre, quanto riguardo la seconda prova, Giorgio, studente di un liceo scientifico, racconta: “Il fatto di aver unito matematica e fisica ha ostacolato lo svolgimento della seconda prova. In generale, per matematica sono previste più ore nell’orario scolastico e fisica è di suo una materia più complicata. Per questo, la seconda prova l’ho trovata, come anche i miei compagni, molto difficile. Punto a sfavore delle famose “buste” è il fatto che, davanti alle classi numerose, i professori sono andati a mettere nelle buste argomenti banali per facilitare l’esame.”

Esami che si sono rivelati “piacevoli”

Flavia, entusiasta, racconta di come il sistema delle buste inizialmente non avesse alcun senso per lei, poi però, quando ha pescato una busta con un argomento che l’affascinasse particolarmente e conosceva bene, ha iniziato a rivalutare l’esame:“Mi ha permesso di fare collegamenti come volevo, in piena libertà, dicendo tutto ciò che sapevo. I professori sono stati bravi. Se avessi avuto bisogno ti avrebbero aiutato un attimo nel discorso”.

#FacceCaso

Di Costanza Panti

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