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Sapienza: il racconto degli OpenDay

Sapienza: il racconto degli OpenDay

Sapienza a porte aperte: tre giorni di informazioni, cultura e novità. Un confronto generazionale: passato e presente che si fondono per indirizzare u

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Sapienza a porte aperte: tre giorni di informazioni, cultura e novità. Un confronto generazionale: passato e presente che si fondono per indirizzare un futuro, non troppo lontano.

Sono stati tre giorni intensi alla Sapienza, quelli del 16-17-18 luglio.
I viali della città universitaria si sono arricchiti di stand, performance, studenti promotori e future matricole.
Ma com’è andata? FacceCaso vi racconta questi tre giorni, dove non solo l’Università si è presentata, ma si sono confrontate anche generazioni differenti.

Sapienza a porte aperte

La Sapienza ha aperto le proprie porte.
Si sono susseguite tante attività.
C’era la possibilità di confrontarsi con gli studenti, già iscritti ai corsi laurea, che, in quanto borsisti, illustravano le facoltà, spiegando i vantaggi di scegliere la Sapienza.
Tra i tanti stand, anche quello inerente al sistema bibliotecario sapienza, al polo museale e quello che consegnava agli studenti le “borse rosso Sapienza”.
In più, c’è stato il susseguirsi di performance musicali delle orchestre Sapienza e la rappresentazione de Le Eumenidi di Eschilo, messa in scena dagli studenti di Theatron.
Inoltre, nell’Aula Magna dell’università si sono alternate le presentazioni delle facoltà, raccontate dai professori stessi.

Tutti pazzi per le borracce Sapienza

Anche la Sapienza ha aderito alla campagna #StopSingleUsePlastic. Sono state presentate le borracce in metallo che hanno letteralmente mandato in tilt gli studenti!
Il Sapienza Store è stato preso d’assalto, considerata la possibilità di acquistare la borraccia al prezzo di 2€. Nonostante la fila d’attesa fosse lunghissima, gli studenti non si sono persi d’animo e non si sono fatti scappare quest’occasione per contribuire a evitare l’impatto ambientale dovuto alle bottigliette d’acqua.

Generazioni a confronto

L’Open Day ha rappresentato senz’altro un’occasione per conoscere l’università e la sua offerta formativa. Ma un occhio più attento avrebbe potuto notare che non si trattava solo di questo, ma di tanto altro: un confronto generazionale.
Camminando tra i diversi Stand era facile sentir dire: “La mia facoltà era là. C’era anche un campetto da calcio una volta…”. Questo perché non c’è compagnia migliore di un genitore per scegliere il proprio futuro. Così, la Sapienza è diventato il posto in cui tanti genitori, zii e parenti hanno mostrato una parte della loro giovinezza, rivivendo i ricordi universitari più spensierati.
Non solo adulti, ma anche moltissimi giovani! È stato facile intravedere nei loro occhi la curiosità, la voglia di mettersi in gioco e l’ambizione di trovare la propria strada.
Il contributo più notevole, però, è stato dato da loro: i tanti studenti, borsisti, che hanno incuriosito e risolto i dubbi dei tanti giovani. Probabilmente rivedendosi in quelle future matricole, ma con una maturità e consapevolezza diversa.

Ecco, non è stata una semplice manifestazione di orientamento.
L’OpenDay è stato un momento di aggregazione dove passato e presente si sono uniti per aprire gli occhi e dar luce ad un futuro, che non è poi così lontano. Anzi, già è qui.

#FacceCaso

Di Claudia Marano

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