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Discriminazione tra i banchi di Brescia: liceo nella bufera

Discriminazione tra i banchi di Brescia: liceo nella bufera

La scuola bresciana scrive nel proprio piano di presentazione: “La presenza di studenti con cittadinanza non italiana è numericamente limitata”; ed è

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La scuola bresciana scrive nel proprio piano di presentazione: “La presenza di studenti con cittadinanza non italiana è numericamente limitata”; ed è bufera sul web.

Era già successo l’anno scorso, al Visconti di Roma: figuraccia della scuola, pioggia di commenti online e preside costretta a difendersi. Ora la rinomatissima scuola italiana ci ricasca. Ed è di nuovo il web il teatro della battaglia.

Un mondo che non vuole stranieri

Ma facciamo un passo indietro. Tutto nasce con l’inizio dell’anno scolastico 2019, quando qualcuno legge queste precise parole sul piano di presentazione di un liceo: “La presenza di studenti con cittadinanza non italiana è numericamente limitata”.

Il liceo, “colpevole” di aver inneggiato alla discriminazione razziale secondo molti, è il Liceo classico Arnaldo di Brescia, uno dei pilastri, pensate un po’, della cultura bresciana. Ma c’è di più. perché chi ha scritto questo piano di presentazione, ha deciso di non fermarsi qui. Dopo la razza c’è la classe, infatti, ad essere messa in discussione.

Gli alunni provengono da un contesto socio-culturale in generale medio-alto, che offre buone potenzialità di formazione culturale e ricchezza di stimoli”.

La scuola gode di buona fama all’interno del contesto cittadino e da sempre è considerata una delle scuole in cui si sono formate personalità in ambito sociale, culturale, politico, economico e l’iscrizione dei figli alla scuola avviene anche per una volontà dei genitori di continuare la tradizione familiare”.

Una bellissima tradizione familiare, aggiungeremmo noi (se sei ricco, bianco, italiano, padre maschio o madre femmina, e non povero, nero, straniero, genitore 1 e genitore 2… chiedere a Giorgia per indicazioni più specifiche).

C’era già cascata Mamma Roma

E questo è solo l’ennesimo esempio di come la parola “cultura” abbia assunto profili diversi da qualche anno a questa parte.

C’era stato il Visconti l’anno scorso ad inaugurare, con tanti auguri, la stagione della discriminazione. “Le famiglie che scelgono il liceo sono di estrazione medio-alta borghese, per lo più residenti in centro, ma anche provenienti da quartieri diversi”.

Tutti, tranne un paio, gli studenti sono di nazionalità italiana e nessuno è diversamente abile”.

Questo si leggeva sul loro sito. Per fortuna tra poco sarà il 2021, e questo “ventennio” sarà presto solo un ricordo.

#FacceCaso

Di Giulio Rinaldi

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