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L’università di Oxford conferma: la Sugar Tax funziona

L’università di Oxford conferma: la Sugar Tax funziona

La Sugar Tax è stata introdotta nel 2018 in tutto il Regno Unito. I dati studiati dall'università di Oxford ne certificano il buon funzionamento. Ve

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La Sugar Tax è stata introdotta nel 2018 in tutto il Regno Unito. I dati studiati dall’università di Oxford ne certificano il buon funzionamento.

Ve la ricordate la Sugar Tax? Nome, inutilmente espresso in inglese, per indicare la “Tassa sullo Zucchero” di cui si è fatto un gran parlare in autunno? Ecco, sappiate che in altre parti del mondo esiste già. E pare che funzioni. Per rinfrescare la memoria, stiamo parlando del provvedimento inserito nella legge finanziaria per il 2020, che introduce un extra tassazione sugli zuccheri. A parte l’assoluta necessità di trovare qualche altro introito per il bilancio dello stato, l’obiettivo dichiarato di questo nuovo balzello, dichiarato dal governo, è quello di tutelare la salute pubblica spingendo a diminuire il consumo di cibi e bevande ipercaloriche

In pratica, si sovrattassano le materie prime con cui sono fatte le merendine per farle costare di più e quindi indurre le persone a mangiarne meno. In Italia il provvedimento entrerà in vigore da ottobre e le aspettative positive di chi l’ha proposta sembrano avere dei fondamenti comprovati.

L’università di Oxford ha di recente pubblicato uno studio secondo cui la tassa, in vigore nel Regno Unito già dal 2018, ha prodotto una diminuzione significativa del consumo di zucchero pro capite. Si parla di un cucchiaino (4,6 grammi circa) al giorno in meno per persona. In termini percentuali, significa -30% rispetto al consumo giornaliero. I dati sono stati presi analizzando le quantità di zucchero presente nelle più famose bevande energetiche, analcoliche, gassate e succhi di frutta. Combinati poi con i dati sulle vendite, è emerso che 8 delle 10 principali società produttrici hanno eliminato non meno del 15% dello zucchero presente nei propri prodotti. Affermano gli autori della ricerca: “Il 73% della riduzione è stato guidato da questa riformulazione fiscale. Il restante 27% è dovuto a cambiamenti nel comportamento di acquisto“.

Niente da fare per i cibi

Sempre dal celebre ateneo britannico, gli stessi ricercatori sottolineano che i medesimi risultati non sono venuti anche dagli snack. Questo però dipende dal fatto che oltremanica la Sugar Tax è valida solo per le bevande, rimettendo la questione sul cibo ad accordi volontari tra le industrie e il governo. Rispetto a due anni fa però al potere in terra britannica ci sono stati degli avvicendamenti ben noti. Nella nuova agenda politica, evidentemente, tale questione non sembra attualmente una priorità.

#FacceCaso

Di Tommaso Fefè

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