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Cervello in panne? L’UniTusc sintetizza una molecola per ringiovanirlo!

Cervello in panne? L’UniTusc sintetizza una molecola per ringiovanirlo!

Un gruppo di ricercatori dell'Università della Tuscia ha sintetizzato una molecola che consentirebbe di ringiovanire le cellule del cervello. All'Uni

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Un gruppo di ricercatori dell’Università della Tuscia ha sintetizzato una molecola che consentirebbe di ringiovanire le cellule del cervello.

All’Università della Tuscia hanno scoperto come fermare l’invecchiamento del cervello. E no, non è il classico consiglio sul tenere attiva la mente con libri, hobby e svaghi. Un gruppo di ricercatori del laboratorio DAFNE, attivo presso l’ateneo del viterbese, ha trovato una molecola che stimola la creazione di nuovi neuroni. “Si tratta – afferma la professoressa Roberta Bernini, coordinatrice del dottorato di ricerca in Scienze delle Produzioni Vegetali e Animali – di una sostanza fenolica di piccole dimensioni ma dotata di peculiari proprietà biologiche, prime tra tutte l’attività antiossidante“.

L’invecchiamento delle cellule cerebrali è causa dell’insorgenza di molte patologie. Questa molecola, ha spiegato la professoressa, docente associata della cattedra di chimica organica, sarebbe in grado di contrastare i radicali liberi, responsabili del processo di invecchiamento cellulare.

Del gruppo di ricerca dell’UniTusc fanno parte anche i professori Luca Santi e Carla Caruso. Con loro hanno lavorato i dottorandi di ricerca Mariangela Clemente e Giorgio D’Andrea. I dottori Felice Tirone, Laura Micheli e Manuela Ceccarelli hanno poi condotto i saggi biologici presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche. I risultati di questa scoperta sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale The Faseb Journal.

Di cosa si tratta

La molecola che ringiovanisce il cervello si chiama idrossitirosolo ed è naturalmente presente nell’olio extravergine d’oliva. In un mese consecutivo di assunzione per via orale di questa sostanza sintetizzata, si è evidenziato, su cavie animali la stimolazione della neurogenesi. Ossia la produzione di nuovi neuroni indispensabili per la memoria episodica. Ciò che avviene materialmente è una proliferazione di cellule staminali. Una riduzione di alcuni marcatori dell’invecchiamento e un aumento della funzionalità dell’ippocampo.

Il fatto che si trovi facilmente in un alimento così basilare della dieta mediterranea è poi un ulteriore punto di forza della scoperta. La molecola può infatti essere letteralmente “recuperata” da qualsiasi sottoprodotto oleario, nel corso delle varie fasi di produzione dello stesso olio. In pieno accordo, quindi, con le moderne strategie di economia circolare e sostenibilità ambientale.

Le possibili applicazioni sono in campo medico, ma anche agroalimentare e cosmetico. E sono tutte ancora da scoprire visto che i risultati della ricerca sono ancora nella fase sperimentale.

#FacceCaso

Di Tommaso Fefè

 

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