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Quattro chiacchiere con Arianna Pizzi, la ragazza prodigio con la passione per la musica

Quattro chiacchiere con Arianna Pizzi, la ragazza prodigio con la passione per la musica

Ho avuto il piacere e l’onore di farmi una chiacchierata a distanza con la simpaticissima e ambiziosissima ragazza prodigio Arianna Pizzi. Cosa fa te

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Ho avuto il piacere e l’onore di farmi una chiacchierata a distanza con la simpaticissima e ambiziosissima ragazza prodigio Arianna Pizzi. Cosa fa te lo faccio raccontare da lei, non ti svelo nulla. Buona lettura!

Quando da piccolo ti chiedono cosa vuoi fare da grande, la risposta è molto semplice. I bambini di solito vogliono diventare calciatori, le ragazze ballerine, cantanti o attrici famose.

Quando poi cresci e ti trovi a fare i conti con la realtà, i tuoi sogni cambiano e spesso e volentieri sei costretto a riporli nel cassetto. Oggi ti parlo di una ragazza che ha avuto il coraggio di rischiare facendo ciò che la rende felice: la musica.

Ho avuto il piacere e l’onore di farmi una chiacchierata a distanza con la simpaticissima e ambiziosissima ragazza prodigio Arianna Pizzi. Cosa fa te lo faccio raccontare da lei, non ti svelo nulla. Buona lettura!

 

  • Tanto per cominciare, raccontaci un po’ di te. Cosa studi? Dove studi? Com’è nata la tua passione per la musica? 

Mi chiamo Arianna sono una musicista di 20 anni, originaria di Atessa (Abruzzo).
Studio musica classica (preparazione al mestiere orchestrale) presso l’Institut Supèrieur des Arts di Toulouse.

A 5 anni ho iniziato a prendere lezioni di solfeggio dal M° Antonio Finoli, un caro amico di famiglia e clarinettista. Dopo un anno mi regalò un clarinetto, e fu così che iniziai a suonare lo strumento con cui riesco ad esprimere al meglio la forma d’arte che prediligo, la musica. All’inizio non mi piaceva, le mie mani erano troppo piccole per uno strumento del genere e avevo difficoltà a suonare. A differenza della maggior parte dei musicisti, prima di me nessuno in famiglia aveva mai studiato musica. Io sono l’eccezione.

All’inizio la musica era solo un bel passatempo, non una vera e propria passione, anche se già frequentavo il conservatorio.

A 15 anni conobbi il M° Giammarco Casani con cui iniziai a fare lezione e da quel momento è cambiato qualcosa. La musica è diventata il mio rifugio, il mio amore, quella che spero un domani potrà diventare la mia professione.
A 18 anni mi sono diplomata presso il conservatorio “Luisa D’Annunzio” di Pescara e solo 3 giorni dopo sono partita per la Francia.

  • Complimenti per i tuoi traguardi e soprattutto, che coraggio! Cosa ti ha spinta ad andare via dall’Italia? Il nostro non è un paese per musicisti? 

L’Italia è un paese che non valorizza e non investe sulla cultura.. anzi è l’ambito nel quale effettuano maggiori tagli. In Italia il sistema d’istruzione e di formazione è inferiore rispetto ad alcuni paesi europei come Francia e Germania… dove la musica è disciplina obbligatoria già dalla scuola Primaria. Qui nel nostro paese non esistono Istituti Superiori di musica che permettono di continuare un livello avanzato di studi dopo il conservatorio.

Queste sono le ragioni che mi hanno spinta a lasciare l’Italia seppure con rammarico.
Al di là di tante difficoltà che un paese straniero offre, ciò che mi consola e mi entusiasma è vedere la partecipazione calorosa di un vasto pubblico prettamente giovanile ai vari concerti.

Sicuramente l’Italia è un paese di musicisti, dove i veri talenti non vengono valorizzati per le loro capacità, per cui costretti a immigrare all’estero dove vengono maggiormente apprezzati e dove hanno la possibilità di crearsi un futuro, proprio come me.

  • E’ stato difficile ambientarti in una nuova città? Hai avuto problemi ad integrarti ed imparare la lingua?

Partire all’età di 18 anni, lasciare la famiglia e gli amici e soprattutto andare in un Paese dove non conosci neanche la lingua non è molto facile. All’inizio ho avuto delle difficoltà ad ambientarmi (capire e sbrigare tutte le pratiche burocratiche etc..), ma già dopo un mese mi ero abituata.

Non ho avuto problemi ad integrarmi. I miei colleghi dell’istituto superiore sono fuori sede come me e ci siamo uniti sin da subito. È per merito loro e dei miei inquilini che ho imparato la lingua.

  • Cosa provi quando sali sul palco? Qual è stata la tua esibizione più emozionante fino ad oggi?

Ogni volta che salgo sul palco ho sempre l’adrenalina a mille, con tanta voglia di divertirmi, godermi la musica che suono e far vivere delle belle emozioni al pubblico in sala.

La mia esibizione più emozionante fino ad oggi è stata in occasione del mio primo concerto con la Juniorchestra dell’ Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, perché per la prima volta ho suonato in una grande sala da concerto con la presenza di un vasto pubblico.

  • Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Innanzitutto finire il mio percorso di studio qui a Tolosa, di vincere un concorso e di intraprendere il mestiere di orchestrale.

È stato un piacere conoscerti Arianna. Sono sicura che sentiremo parlare ancora molto di te, continua ad inseguire la tua passione per la musica, ti porterà lontano. Grazie infinite per la tua disponibilità e in bocca al lupo per il tuo futuro che sia in Francia, in Italia o in altre parti del mondo!

#FacceCaso.

Di Francesca Romana Veriani

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